Il settimo album degli svedesi Amon Amarth si apre da subito con quello che sarà, molto probabilmente, il pezzo più convincente dell’intero album, merito forse della presenza di Roope Latvala (Children of Bodom) alle sei corde: la potente ed immediata title track. Svaniti i quattro minuti abbondanti di questa, però, qualcosa si inceppa. Intendiamoci: l’esperienza del gruppo c’è e si nota. I pezzi sono ben costruiti, e i testi continuano la battaglia del gruppo (nel pieno stile viking, e non solo) verso ogni forma di “inquinamento” verso la loro origine e identità nordica, eppure…
Eppure succede che la monotonia si faccia strada ben presto quando su dieci pezzi non ce n’è uno in cui il cantato non cambia di una virgola. Quando i brani sul momento sembrano coinvolgenti, ma poi scopri che non è che ti sia rimasto questo granché. Oppure quando capisci che la produzione non è poi così sempre uniformante pulita e definita. E poco conta, alla fine dei giochi, se in un brano partecipa anche Lars Göran Petrov (che detto così potrà risuonare come il Signor Nessuno, ed invece è da circa 15 anni colui che dà la voce agli Entombed), o se si scomodano persino gli Apocalyptica dalla vicina Finlandia.
Che sia un problema “di genere”, come lo era stato per il nu-metal o lo è ora per il metal-core? Non credo. Altrimenti non si spiegherebbero gli stessi precedenti Amon Amarth, o altre band che riescono agilmente a mescolare influenze di death-metal melodico con l’heavy metal (onnipresente) e chi più ne ha più ne metta. E, oltretutto, sarebbe probabilmente una questione “generalizzata”, mentre invece in questo album di buoni spunti se ne possono trovare. La verità è che questo è che, purtroppo, questo disco è esattamente ciò che ci si aspetterebbe dal “gruppo nella media”, che è indubbiamente cresciuto dai tempi degli esordi, ma che non ha sbloccato quel passaggio che sta fra la crescita e l’evoluzione, vero fattore chiave per un miglioramento.
Rimandati al prossimo anno. E, vista la costanza, probabilmente ancora su Metal Blade Records.
Voto: 6