(Translation Loss, 2013)
1. Lullabye
2. It Swarms
3. Sharpen Your Axes
4. How This Will End
5. Patterns
6. The Other Son
A volte un posto o un momento in cui si è ascoltato qualcosa per la prima volta resta tra i ricordi più di un testo o un passaggio di una canzone. Immaginate di essere in autostrada e di trovarvi nel totale caos, e per non restare immobili, prendete il primo svincolo che si trova, verso una strada sconosciuta. L’angoscia e la curiosità si inseguono come i riff di una chitarra e i giri di un basso. I tempi si allungano e si abbandona la fretta.
Immaginate di passare attraverso lo schifo, case semidistrutte o disabitate, centri mezzi svuotati, i compro oro, le sale slot, palazzi grigi così alti da soffocare, fabbriche abbandonate, gente per strada senza un domani. Immaginate poi di superare tutto questo e di trovarvi in mezzo a distese di verde e giallo, campi immensi con l’orizzonte indefinito, i finestrini abbassati e l’aria tiepida di Luglio che entra. Queste continue contrapposizioni tra l’oscuro e la luce, tra il soffocamento e il respiro, tra il conosciuto e lo sconosciuto sono proprio le sensazioni che si possono percepire ascoltando Dawning dei Mouth of the Architect. Per capire ciò che questi ragazzi stanno suonando bisogna liberare la mente e lasciarsi completamente trasportare. Non siamo di fronte a semplici musicisti che suonano il loro strumenti, essi stessi sono parte delle loro composizioni e portano la loro anima dentro a questi pezzi, Jason Watkins in primis. Le tastiere, infatti, sono il collante fondamentale di questo progetto, riempiono ogni vuoto e creano un’aura malinconica ma liberatoria attorno ad ogni canzone. Altra peculiarità è l’intreccio delle tre voci, che passano dal growl al pulito unendosi anche in cori altamente emozionanti.
I Mouth of the Architect suonano ormai da dieci anni e hanno raggiunto una certa ricercatezza, frutto della loro grande esperienza musicale. Per chi ama il tanto rinomato post-metal, seppur variato con un tocco doom e un saggio utilizzo di tastiere ed effetti, questa è una band è assolutamente da ascoltare su disco e soprattutto dal vivo.
8.0