Il 16 Agosto i Node hanno suonato al MAV Festival: non ci siamo potuti perdere l’occasione per fare quattro chiacchiere con Gary e Sid, rispettivamente fondatore / chitarrista e nuovo cantante di questa band italianissima che compirà tra poco vent’anni.
In The End Everything Is A Gag, vostro ultimo disco, risale al 2010, state lavorando a nuovo materiale?
Sì, abbiamo il nuovo disco pronto, probabilmente entreremo in studio in autunno. Devo dire che il 95% della formazione è cambiata e il sound del nuovo lavoro sarà molto più brutale. Ci sarà tanto dei vecchi Node, anche se Sid ha scritto i testi.
Quali sono i messaggi principali dei dischi Das Kapital, As God Kills e del prossimo che nascerà?
Cerchiamo di far intendere a chi ci ascolta che c’è tutto un mondo dietro a quello che ci viene mostrato, non siamo davvero liberi, siamo lobotomizzati dai media che ci propongono un modo di vivere che non ci soddisfa mai appieno ma che ci impone sempre e solo nuove mode senza le quali non riusciamo a vivere. Credo sia “Hellywood” il pezzo che più descrive questo nostro sentimento… prova a togliere ad un ragazzino l’I-Phone o un videogioco, non saprà più cosa fare delle sue giornate. Ti faccio un altro esempio, io ho un figlio di sei anni, eravamo al mare la settimana scorsa e si sentivano le cicale. Mio figlio mi ha chiesto perché fanno quel rumore e oltre a spiegargli da cosa deriva ho cercato anche su Youtube, e sai cosa mi son usciti? Tutti video di Heather Parisi della canzone “Cicale”. Perché è lì che siamo… Stasera proporremo “No Reason”, pezzo tratto dal nuovo album, il cui tema è proprio il pensare con la propria testa, porsi delle domande e agire secondo il proprio modo di essere, senza condizionamenti esterni. Inoltre portiamo avanti una critica alla globalizzazione e di conseguenza una denuncia allo sfruttamento minorile ma in generale dei lavoratori nei paesi in fase di sviluppo.
Quali generi ascoltate di solito?
Sid, il nuovo cantante, ascolta grind, qualcuno ascolta metal-core, io ascolto heavy metal old school, pertanto il nostro background è abbastanza vario, e questo si sente. Poi quando facciamo musica è bello che ognuno metta del suo.
Quali gruppi italiani vi piacciono in questo momento?
Gli Ephel Duath e i Buffalo Grillz!
Quali artisti italiani del passato, invece, sono immancabili per chi inizia a suonare?
Steve Sylvester è l’heavy metal. Dal 1977 al 2013 ha portato avanti il progetto Death SS, chi può vantare una carriera musicale come la sua? Lui è l’heavy metal italiano. Certo poi ci sono gli Strana Officina, gli Extrema e i Lacuna Coil che sono probabilmente la band italiana più conosciuta nel mondo in questo momento. Per chi inizia a suonare mi sento di dire che bisogna crederci, crederci fino in fondo ma se lo fai per fare il figo, lascia perdere.
Cosa ne pensi del music business italiano?
Non mi interessa e non mi interessa ciò che fanno gli altri. Io voglio suonare e il problema sarà quando per qualche motivo mi verrà impedito. Ognuno è libero di fare le proprie scelte e se la massa lo segue, affari suoi, io non sono nessuno per criticare. Finché un festival mi scrive per suonare in Veneto e ritrovarmi a parlare qui con te, io sarò felice. E non importa se sarà un pub con un mini palco o una figata come qui oggi, a me interessa avere la chitarra in mano e suonare a prescindere anche dai soldi che siano di più o meno. Perché in Italia il metal è una guerra tra poveri e finché qualcuno mi offrirà un palco per suonare, io sarò felice. Pino Scotto dice di aver lavorato in fabbrica venticinque anni, bene, ne son felice, anch’io! E ora è lì a blaterare… è facile iniziare, poi restare nell’oblio e ricomparire quando le cose vanno bene. Noi suoniamo dal 1994 senza interruzioni a prescindere dalle mode. Sai che a Rock TV non hanno passato il video dei Node perché c’era il Papa? Perché dava fastidio, siamo a questi livelli… In ogni caso a noi non interessa nulla del fare musica per professione, non abbiamo etichetta, non abbiamo booking, non ce ne frega un cazzo. Finché mi chiameranno puramente perché vogliono sentirci suonare, io sarò felice.