(Comatose Music, 2015)
1. Power Obsessed
2. Uncertain Process
3. Chronic Disease
4. Anhedonist
5. Now Is the Hour
6. Control Societies
7. End Is Near
8. Losing Itself in the Infinite
9. Doom Humanity of Horror
10. Never Let Me Down Again
Dall’Argentina con furore ecco arrivare i Prion, death metal band attiva dall’ormai lontano 1994, da sempre dedita al death metal puro ed incontaminato con un occhio di riguardo verso l’area di Tampa Bay e quanto prodotto nel periodo fiorente degli anni ’90.
I Prion sono tornati in pista con un disco nuovo di zecca, pronto a ritagliarsi uno spazio in questa scena sempre più prolifica che sta vivendo una sorta di seconda giovinezza. Uncertain Process si presenta come un’opera curata sin nei minimi dettagli, partendo da un logo nuovo più accattivante ed aggressivo, una produzione cristallina ed con un artwork finemente realizzato. Passando all’ascolto di queste dieci tracce siamo subito travolti da un torrente di riff sciorinati con sapienza dall’ascia del frontman Gregorio Kochian: “Power Obsessed” aggredisce frontalmente l’ascoltatore grazie ad un poderoso wall of sound generato dalla perfetta interazione tra chitarra e basso, capaci di creare una trama fitta di riff compatti e dinamici, una sorta di punto d’incontro tra i primi Decapitated e i Malevolent Creation. “Anhedonist” è la classica cavalcata death metal che attacca con un furioso assalto frontale per poi spostarsi vero robusti tempi medi dalle tinte quasi epiche. “Control Societies” è pervasa di atmosfere sulfuree: è un brano monolitico e martellante caratterizzato da una serie di stop ‘n’ go assassini. Verso la fine del platter troviamo “Losing Itself in the Infinite” e “Never Let Me Down Again”, canzoni nelle quali i Prion dimostrano come si possa imbrigliare la tecnica esecutiva e metterla al servizio della brutalità pura e cruda, attraverso ritmiche vorticose e passaggi tiratissimi, il tutto culminante in un’urgenza quasi esplosiva, senza mai tralasciare quel taglio velatamente old-school sempre apprezzabile in opere di questo genere.
Sebbene il disco di debutto non fu nulla di eccezionale, lo stesso non si può certo dire per i due successivi, entrambi di squisita fattura: Uncertain Process si pone a compimento di un lento processo di maturazione, attraverso il quale i Prion hanno compiuto il passaggio da crisalide a farfalla. Ora arriva l’arduo compito di mantenersi su questi ottimi livelli e, perché no, magari migliorare ulteriormente.
7.5