Il genere doom ha dimostrato nei decenni di sapere ancora sorprendere con contaminazioni che riescono a fare muovere il pachidermico animale in svariate direzioni. I Clouds Taste Satanic sono quattro e vengono da Brooklyn. Il loro doom è strumentale e dopo l’esordio fatto di due monolitiche tracce preferiscono proporre brani più ridotti nel minutaggio ma ben più d’impatto.
Il lavoro trae ispirazione dalle tematiche care al libro dell’apocalisse: morte, distruzione e amenità annesse. Il video tratto dal brano “Beast From The Sea” ne è un riassunto estetico perfetta: pentacoli, capri e vergini (ahah) sacrificali vengono abbinati a stralci di B movies maledettamente affascinanti. Il suono è cupo e ribassato e i riff sono macigni che vengono scagliati contro l’ascoltatore. La costruzione dei pezzi è articolata, piuttosto che reiterare il medesimo riff gli americani creano strutture intriganti di chiara matrice sabbathiana e sature di zolfo. L’incedere è lento, salvo il brano “Out of The Abyss”, più movimentato e orientato allo stoner. Chi necessariamente vuole termini di paragone può immaginare una versione doom degli High On Fire senza le invettive di Matt Pike. Oppure gli inglesi Capricorns, più affini nelle atmosfere cupe e negli arrangiamenti totalmente strumentali.
(Autoproduzione, 2015)
1. Ten Kings
2. One Third of The Sun
3. Beast From The Sea
4. Out of The Abyss
5. Dark Army
6. Sudden…Fallen