Dalla copertina di Värähtelijä traspare chiaramente a cosa si andrà incontro nel nuovo disco degli Oranssi Pazuzu, una sorta di strada senza uscita, un vicolo buio oppure semplicemente la consapevolezza che qualcosa sta cambiando e che forse nulla sarà come prima. Il black metal contaminato dalla psichedelia, tanto caro al gruppo, assume qui una veste ancora più trascendentale.
Si parte con “Saturaatic”, brano psicotico, malsano, che punta a disturbare l’ascoltatore con continui deliri strumentali, per poi andare alla deriva tra urla di disperazione e melodie marce. Appaiono poi ritmiche quasi tribali, accompagnate da sonorità che profumano molto di Tool (“Lahja”) per proseguire su sentieri sempre più lugubri ed oscuri privi di vocals (la titletrack). Andando avanti con l’ascolto prende forma la sensazione che la band in questo album abbia voluto dedicarsi ad un caos mentale piuttosto che prettamente fisico. Le chitarre, come pure la sezione ritmica, rimangono come in secondo piano lasciando che siano le sensazioni ad essere sotto i riflettori. Le canzoni prendono forma in un bombardamento sonoro che va ad infettare principalmente la mente dell’ascoltatore. Le composizioni sono spesso dilatate ed allungate (“Vasemman käden hierarkia”), intente a vomitare acidi e scarni pezzi di pentagramma (“Havuluu”). Il finale trascina per mano le sue vittime in un nulla cosmico nel quale regnano il buio e la solitudine.
La nuova opera degli Oranssi Pazuzu si colloca in una sorta di limbo, in quanto si pone tra il passato e un ipotetico futuro dominato da sonorità diverse da quanto proposto fino ad ora. Si sente un preciso intento di evolversi mettendo da parte gli assalti all’arma bianca, privilegiando l’atmosfera. Värähtelijä è un prodotto molto valido, a cui però forse manca una direzione precisa.
(Svart Records, 2016)
1. Saturaatio
2. Lahja
3. Värähtelijä
4. Hypnotisoitu viharukous
5. Vasemman käden hierarkia
6. Havuluu
7. Valveavaruus