Tracklist:
- Real In Dust (Intro)
- Killer Way
- Hallucination
- Souls Under Revolution
Voto: 7,5
I Jolly Black Sins sono uno fra i gruppi giovanili più originali in ambito metal. Quello che propongono è un metal classico spesso inframezzato da venature industrial, aperture melodiche, e stoppati di chitarra piuttosto netti.
Ma andiamo con ordine: il gruppo si forma a Cesena nel 2005, ma solo dopo diversi cambi di formazione, nel 2006, riescono a stabilizzarsi e a comporre concretamente le prime canzoni. La formazione è così composta da: Mario (voce), Umbe (batteria), Rik (Chitarra), Nico (Tastiere e sintetizzatore), Pasca (Basso). Dopo svariati live nei locali di Cesena e nel circondario, caratterizzati da pezzi propri, ma anche da qualche cover (Marilyn Manson, Sepultura…), i nostri, nel Marzo 2007, entrano negli studi dell’Officina 49 (“forgiatrice”, è proprio il caso di dirlo, del 90% dei lavori delle giovani band di Cesena ma non solo) per registrare il loro primo demo.
3 canzoni più un intro che non fanno che ribadire le particolarità del gruppo evidenziando le differenze rispetto al grande numero di band simili che proliferano in questo periodo.
“Killer Way” è forse la canzone più nota e trascinante per i Jolly Black Sins. Parte in quarta, ma ben presto si smorza, rendendo molto più presente la tastiera di Nico, in seguito ricomincia a crescere, sostenuta dal ritmo della batteria e dal growl di Mario, per poi concludersi definitivamente con un duetto chitarra-tastiera di pregevole fattura.
Si passa a “Hallucination”, che introdotta dalle tastiere e dai sintetizzatori comincia ben presto a velocizzarsi con un riff di chitarra coinvolgente e che fa coppia con un testo ben strutturato e, a suo modo, ritmato. Un brano sicuramente meno “easy listening” di “Killer Way”, ma che comunque mantiene alta la qualità della band.
Il finale è affidato a “Souls Under Revolution”, che è forse l’episodio meno riuscito fra le tracce proposte. Introdotto come la precedente “Hallucination” da un’atmosfera calma e apparentemente rilassante, passa ben presto ad un ritmo che ricorda vagamente la marcia militare, ma sorprende l’inserimento di aperture con forte presenza delle tastiere.
Un primo lavoro decisamente sopra la sufficienza e che lascia ben sperare per il futuro. E’ recente la notizia dell’entrata nel gruppo di un nuovo chitarrista, Leonardo, che gioverà sicuramente al suono della band, rendendolo più potente e definito.