Ancora una volta, in quel di Torino, nell’ennesimo freddo weekend di quest’inizio 2013, il death metal underground ha trovato il modo per radunare un centinaio circa di aficionados, in uno dei locali più attivi della zona, il Padiglione 14 di Collegno: situato in un immenso parco – lo stesso nel quale, fin a poco tempo fa, si svolgeva il popolarissimo Gods of Metal –, il ‘Pad’, come è soprannominato da tutti, è un posto medio-piccolo, sviluppato più longitudinalmente che latitudinalmente, ma che è veramente amato dal ‘metallame’ del Piemonte del Nord, anche perché, sovente, strizza l’occhio alle realtà più estreme e, benché raramente ‘nomoni’ passino da quelle parti, è una location dal sapore genuino e verace, che sa farsi amare.
Nella serata del 9 febbraio, poi, personalmente, ero particolarmente gasato, soprattutto di fronte ad un flyer come questo:
Purtroppo, appena giunto in loco, scopro che i meneghini Bastard Saints, per problemi personali, hanno dovuto dare forfait: davvero un gran peccato; il sabato sera, infatti, si sarebbe immerso in una realtà dal gusto piacevolmente ‘retrò’, con due band ‘dinosaure’ del death metal italico – il combo milanese e gli storici Mind Snare – a farla da padrone, tanto più che entrambe negli ultimi anni hanno avuto modo di farsi notare all’interno dell’ormai affollatissima scena. I Bastard Saints, fra recenti split con Antigama e Psychophagist, hanno dimostrato di saper ancora convincere, con il loro brutal/grind che strizza l’occhio all’hardcore, fra Dying Fetus e lontane influenze Cryptopsy vecchia scuola; i Mind Snare hanno da pochissimo fatto uscire un mini-cd, ad anticipare quello che sarà il prossimo full length, l’atteso successore dell’ormai lontano Black Crystal Sun (2006). By the way, scopro che i Bastard Saints sono stati eroicamente sostituiti, all’ultimo secondo, da una band che, personalmente, adoro e che vedere dal vivo è sempre un piacere: i grinders Zeit Geist.
PS – Chiedo scusa agli openers Godless Enthropia per il loro mancato live report: dalle mie nebbiose lande, il Torinese non è proprio dietro l’angolo, ma mi riprometto di seguire questi signori che il 9 febbraio, a quanto m’è stato detto, hanno fatto il loro esordio assoluto on stage. “Death metal con alcune soluzioni un po’ sperimentali”, m’han commentato in molti. Uhm. Per il momento ci si fida. Aspetto di sentire qualcosa sul lungo corso…
Mind Snare + Zeit Geist
Padiglione 14, Collegno (TO)
09/02/2013
ZEIT GEIST
Gli Zeit Geist sono un quartetto grindcore di Torino; il loro omonimo album d’esordio, uscito nel 2011, vanta la produzione della mitica F.O.A.D. Records di un certo Giulio the Bastard, motivo per cui molti cultori di certo underground già potrebbero pensare d’accaparrarsi il dischetto in questione, senza troppi ‘se’ e ‘ma’, a scatola chiusa. Recentemente hanno cambiato chitarrista, reclutando l’axe-man degli hardcore/punk-kids torinesi Flic Dans La Tête. A parte queste note tecniche, non v’è molto altro da aggiungere su questi signori: basterebbe, infatti, il semplice termine ‘grindcore’ per descriverli. Già, perché gli Zeit Geist sono esattamente quello che il genuino grinder medio vuole ascoltare quando s’approccia alla sua musica preferita: un disco che dal vivo guadagna quei sette-otto miliardi di punti in più in fatto di potenza, grinta e ceffoni, condito da songs violente e articolate, ma sempre attente alla forma-canzone. In particolare, nella serata del 9, i Nostri hanno proposto una scaletta totalmente nuova, prelevando dal vecchio repertorio solamente tre pezzi: infatti, alla base ‘nasumesca’ che da sempre li ha distinti, gli Zeit Geist hanno aggiunto un sacco d’interessanti nuovi ingredienti ad arricchire e a rendere più sperimentale il loro suono, senza però far dimenticare che loro sono e restano dei grinders – insomma, se di fronte all’aggettivo ‘sperimentale’ i più trve di voi avessero mai rischiato una sincope, don’t worry: nessuna forzatura trendaiola, nessuno stravolgimento, l’attitudine e il cuore restano. Momenti dilatati dal gusto noise vicino agli Uphil Battle, lenti in equilibrio fra groove degli Entombed e certo sludge, inserti di crust/d-beat e atmosfere sulfuree à la Skitsystem intervallate da blastbeats velocissimi, basso à la Shane Embury, il tutto condito dalle vocals al vetriolo di scuola Tomas Lindberg (periodo Disfear) del coinvolgente frontman Bob, sono gli ingredienti degli Zeit Geist targati 2013, autori, davvero, d’un Signor Concerto. Purtroppo il pubblico del Padiglione 14, da sempre decisamente metal-oriented, ha assistito al live dei quattro grinders fra braccia conserte e sguardi truci, apprezzando comunque la proposta della band, con urla d’incoraggiamento ed applausi. Certo, un bel mosh-guazzabuglio di scuola hardcore avrebbe perfettamente calzato al set degli Zeit Geist, ma, è risaputo, la perfezione non è di questo mondo…
MIND SNARE
Da non confondere con i quasi omonimi grinders australiani Mindsnare (potere di uno spazio fra una parola e l’altra!), chi non conoscesse questa band torinese, probabilmente, non ha fatto abbastanza i compiti assegnati dagli Déi del Male quando davano lezioni di death metal: nati a Torino nel 1989, sono, infatti, la prima Italian death metal band; nati dunque non solo in tempi insospettabili per la nostra Nazione, ma anche per il mondo, giacché tale genere ha iniziato a creare, con una certa incisività, la propria identità proprio a cavallo fra anni Ottanta e Novanta. Con una discografia sterminata, fra demo-tapes, EP’s, split, vinili, cinque album, il combo piemontese vanta fans illustri nei Cephalic Carnage e nei Vader (questi qua li conoscete, vero?) e, in più di vent’anni, ha condiviso il palco con gente come Cannibal Corpse, Malevolent Creation, gli stessi Vader, Disgorge (US) e tanti altri nomi blasonati, partecipando anche ad eventi esteri, come l’Obscene Extreme Festival. Da sempre un terzetto – come non dimenticare il growl profondissimo del bassista-cantante, Gigi? –, negli ultimi anni, a causa di problemi professionali e personali, la formazione dei Mind Snare ha subito alcuni assestamenti, mantenendo come unico founder member il bravo chitarrista Chris Benso, insieme al batterista delle ultime uscite discografiche, Sergio Pavinato (già attivo nei disciolti Woptime), coadiuvati dal frontman Derek e dal chitarrista dei deathsters torinesi Bribe, Fabio, qui in vece di bassista. A Torino tutto questo i metalloni locali lo sanno; infatti, quando i Mind Snare suonano, la partecipazione è veramente sentita e il sostegno non manca; purtroppo, però, l’esibizione del 9 febbraio ha avuto, per così dire, una sorta d’effetto… diesel. Con una lunga scaletta che, intelligentemente, piluccava da pressoché quasi tutte le uscite discografiche della band – interessante sentire, nella stessa scaletta, pezzi di proto-death metal, a metà fra i Napalm Death di Harmony Corruption e i primissimi Morbid Angel, alternati a songs furenti ispirate a certi Hate Eternal –, i Mind Snare hanno però fatto fatica a decollare, penalizzati da suoni che, spesso, nascondevano il drumming di Sergio ed enfatizzavano – fino a renderli fastidiosi – i riff del comunque talentuoso Chris. A questo, inoltre, va aggiunto il fatto che Derek, spesso anche lui penalizzato dai suoni, deve ancora migliorare la presenza scenica e rendere più efficace il suo timbro. Ciononostante, il pubblico ha dimostrato per i propri beniamini il consueto affetto, fra pogo, corna al cielo e momenti d’inatteso crowd surfing (!). Perché ‘effetto-diesel’? Dopo un concerto a pesante rischio rovina per i suoi tre quarti, causa suoni inadeguati, gli ultimi minuti son stati decisamente grintosi e coinvolgenti, lasciando intravedere delle speranze per un ritorno ufficiale con tutti i crismi: sono oramai passati sette anni da Black Crystal Sun e, da una band che ambisce ad essere vitale, ci s’aspetta qualcosa di nuovo. In bocca al lupo e ben tornati, Mind Snare.