(Unique Leader, 2013)
1. The Pendulum
2. Infliction
3. Death Wish
4. Cocoon Of Shame
5. Cryptic Summoning
6. Thy Minion
7. Wheel Of Impunity
8. Panzer Tank Lobotomy
9. Born Of A Jackal
10. The Feast
I Pyrexia sono una band con ben ventitré anni di attività sulle spalle, eppure non sono mai riusciti ad emergere più di tanto dall’underground: un po’ per scelta personale e un po’ per sfortuna questi ragazzi si sono ritrovati sempre a raccogliere meno di quanto seminato ma nonostante le avversità non hanno mai perso la passione o la voglia di fare.
Feast of Iniquity è un disco che sancisce un parziale ritorno alle sonorità iniziali della band, quelle di Sermons of Mockery per intenderci, parliamo dunque di un death metal compatto e corposo pesantemente influenzato da band del calibro dei Suffocation, che prende così le distanze da quella sperimentazione non proprio ben riuscita di System of the Animal, fatta eccezione per il brano “Panzer Tank Lobotomy”, in cui i Nostri danno libero sfogo alla vena NY hardcore di vecchia scuola con tanto di gang shouts e attitudine “caciarona”. Venendo al sodo riguardo a quest’ultimo arrivato in casa Pyrexia, s’inizia con “The Pendulum”, un tipico brano dal DNA 100% U.S. death metal che inizia con una ritmica cadenzata e marziale à la Bolt Thrower per poi accelerare prepotentemente sfoderando passaggi più frenetici e ritmiche incalzanti ammantate da un’aura tipicamente Suffocation dei tempi di Pierced From Within; con “Infliction” i Pyrexia alzano il tiro proponendo un’aggressione sonora diretta e senza fronzoli, con ritmiche da moshpit, batteria martellante ed un massiccio wall of sound chitarristico, mentre più ruffiana risulta essere “Cocoon Of Shame”, una cavalcata monolitica in cui le linee di basso risaltano in primo piano aumentando l’immediatezza del brano, che viene arricchito da alcuni break decisamente azzeccati. Arrivati a “Wheel Of Impunity” ci imbattiamo nel pezzo più tirato e feroce del lotto, tutto muscoli e velocità, e sullo stesso piano troviamo anche l’ultima traccia “The Feast”, caratterizzata da una pioggia di riff granitici e da un incedere marziale nella quale si palesa un riuscitissimo connubio tra violenza ed epicità. Per finire, una nota di merito a “Born Of A Jackal”, che risalta per il suo stile semi-melodico e per i mid-tempos classici di matrice death/thrash: si tratta di un pezzo sapientemente inserito per far riprendere fiato all’ascoltatore e distendere un po’ l’atmosfera carica di brutalità.
Non ci sono dubbi, i Pyrexia sanno esattamente quello che vogliono e hanno ben chiaro come impostare la propria musica; seppur ampiamente debitori alla prima scena brutal-death americana, questi ragazzi hanno sempre prodotto materiale di qualità dotato di un trademark piuttosto personale e con questo Feast of Iniquity non hanno certo deluso le aspettative.
7.0