(Noise Salvation, 2015)
1. Everywhere Yet Nowhere
2. Shadows Collide
3. The Path of Most Resistance
4. La Mort I
5. La Mort II
6. Prey
7. Storm of Silence
8. Solitude
9. False Hope
10. Circle
11. Nothing Changes
Torniamo a parlare dei Fuck the Facts a poco più di tre mesi dall’uscita del loro ultimo split con i Fistfuck. Questa volta si tratta di un disco vero e proprio, dal titolo Desire will Rot, decimo studio album per la band canadese, arrivata ormai al notevole traguardo dei quindici anni di onorata carriera.
Lavoro dopo lavoro lo stile del quintetto nord americano si fa sempre più personale, eccentrico e ricco di elementi capace di distinguerlo da una classica band grind; non si sta parlando solo dell’elevata tecnica strumentale ma proprio di un gusto compositivo molto particolare che, combinato con svariati elementi ormai distintivi del combo canadese, delinea un percorso artistico che dal Duemila a oggi li ha portati in territori sorprendenti, fino a questa ultima perla. Non temete: i Fuck the Facts continuano a essere aggressivi e veloci, non stiamo parlando di esagerate virate melodiche e voci pulite, ma sicuramente qualcosa è cambiato. Dallo split praticamente appena uscito è evidente come i Fuck the Facts abbiano lasciato le idee migliori e più originali per Desire will Rot, a cominciare dagli arrangiamenti, una vera e propria chicca; passando per l’assenza totale di ritornelli, che nel grindcore ci può stare ma non è una cosa così scontata, per arrivare agli stop and go assurdi, improvvisi e repentini, che quasi rasentano la genialità. Le due voci di Marc Bourgon e Melanie Mongeon sembrano scambiarsi dei veri botta e risposta, presenti qua e là in mezzo a “tirate” micidiali e momenti più particolari, caratterizzati da fraseggi di chitarra sostenuti da una agguerrita sezione ritmica sempre attenta al particolare. Non possiamo dire che questo disco vanti la miglior produzione della storia (un po’ carente soprattutto la batteria) ma tutto è comunque ben amalgamato e calibrato; diciamo che lo standard compositivo è al di sopra del mero lavoro da studio e che un tocco in più di pulizia e una ricercatezza maggiore nei suoni avrebbe reso questo album una vera bomba H pronta a distruggere tutto e tutti.
I Fuck the Facts non sembrano sbagliarne una e per quanto ci concerne possono entrare di diritto in una ipotetica hall of fame del grindcore, seppur sperimentale assieme a gruppi come Cephalic Carnage, Nasum e Cripple Bastard. Nella speranza che le loro uscite siano sempre così ottime e confezionate in un lasso di tempo così breve una dall’altra, ci rallegriamo per questa gradita boccata d’aria fresca.
7.5