In questi ultimi anni il deathcore sta vivendo di alti e bassi. Le debacle più note sono capitate ai Whitechapel e ai Suicide Silence, ma allo stesso tempo band come Thy Art Is Murder e Fit For An Autopsy stanno tenendo a galla tutto. Gli americani Oceano, dopo aver firmato per la famosa Sumerian Records, erano attesi al varco, soprattutto dopo l’ottimo Ascendants. La paura di una proposta annacquata era un po’ nell’aria; invece Revelation è pesantissimo, condito con suoni siderali dell’altro mondo.
L’album irrompe nelle orecchie dell’ascoltatore con un pugno in faccia, grazie alla opener “Dark Prophecy”. I growl di Adam Warren sono sempre cavernosi e profondi: non temete, cari lettori, il quartetto di Chicago non ha voluto utilizzare alcuna forma di clean vocals. La formula utilizzata è quella rodata, la stessa che abbiamo ascoltato in passato: breakdown a gogo ovviamente, ma anche sezioni più ragionate e ben costruite, con azzeccate atmosfere apocalittiche ad arricchire il lavoro, rendendolo più personale. In generale le parti strumentali sono brutali e difficilmente lasciano respirare l’ascoltatore. “Majestic 12” è un brano carico di groove che potrebbe essere la colonna sonora perfetta per un videogioco come Doom; un assolo molto passionale conclude il brano in una maniera drammatica ed apocalittica.
Il finale è affidato alla title track, pezzo come sempre durissimo e arcigno, perfetta sintesi dell’intero album, composto da dieci canzoni che difficilmente superano i tre minuti di durata. Revelation è senza dubbio un ottimo disco, per quanto non lasci intravedere nulla di nuovo o sconvolgente al’orizzonte. È un disco chiaro e senza fronzoli, che sarà certamente molto apprezzato da tutti gli amanti di queste sonorità.
(Sumerian Records, 2017)
01. Dark Prophecy
02. Lucid Reality
03. Path To Extinction
04. The Great Tribulation
05. Illusion Unravel
06. Majestic 12
07. Final Form
08. The Event
09. Human Harvest
10. Revelation