A un paio d’anni di distanza dall’ep Chasm i riminesi Deadly Carnage tornano con qualche novità. Innanzitutto, in questo nuovo Through the Void, Above the Suns, uscito per A Sad Sadness Song ,una sublabel della Aeternitas Tenebrarum Music Fundation, vede esibirsi alla voce il chitarrista Alexios Ciancio che gestisce benissimo l’onere e sfodera una prestazione coraggiosa e dal gran carattere muovendosi disinvoltamente tra urla declamate, scream e momenti melodici. E poi c’è un cambio di rotta in termine di tematiche. Il solido lirismo esistenziale che aveva trovato spazio nei precedenti lavori viene stavolta declinato nelle forme di un ambizioso concept.
Ad essere esplorato in Through the Void, Above the Suns è un mondo quantico, una prigione temporale, un cosmo, altrimenti impossibile, irradiato dal respiro e dal flusso luminoso della vita. Un cosmo che può esistere solo fino a che c’è una coscienza ad osservarlo. Ed ecco che l’universo quantico dei Deadly Carnage quasi viene a coincidere con un punto di vista ermetico, secondo il principio del “come sopra, così sotto”, e la nuda umanità non è solo punto di partenza per viaggi cosmici ma oggetto di osservazione in sé che, specularmente, deve introflettersi per ritrovare dentro il buio vuoto delle nostre cavità la sorgente del medesimo afflato universale. È un album di conciliazione, di pace, in cui ciò che in apparenza sembra un chiasmo, un opposto – la luce delle stelle e il buio del vuoto come anche il cosmo, inteso come ordine, e l’entropia – trova il suo assetto e coopera all’armonia di un grande disegno strutturalmente complesso. Questa potrebbe essere anche una buona metafora per descriverne la musica. Una dinamica continua tra momenti e approcci diversi, un’armonica coesistenza di doppi, un naturale flusso bifronte che è poi, nei fatti, la lingua del post-black, rinforzato qua da una matericità post-metal, nel senso più lato del termine, che puntella la solidità delle architetture. Il continuum, l’organicità del lavoro è poi assicurate dalle tracce strumentali. “Quantum”, brano d’apertura, che prepara il terreno e contestualizza il di là a venire, “Cosmi”, intenso e sentito, e “Fractals” che è ormai immersa nelle profondità cosmiche. Lo spiazzante dinamismo delle sequenze invece è ben rappresentato in “Limis”, che parte brutalmente, ex abrupto, dando l’occasione ai Deadly Carnage di mostrare il loro volto più oscuro che viene traghettato da uno stile cinematico e visivo, mi vien da citare i Dimmu Borgir, in territori dalla diversa natura, ed “Ifene”, unico brano in italiano, dalle atmosfere sature e con un reparto vocale più incattivito e suggestivo. “Divide”,infine, scelto come singolo, è un paradigma di post-black (batteria pronta a scattare, tempi dilatati e sospesi, una nube vocale), che esplora, impeccabile, tutti i toni emotivi del caso .
Tra Junius ed Alcest, Through the Void, Above the Suns, la cui gestazione è durata quattro anni, è un album che convince. Per la sicurezza con cui i Deadly Carnage maneggiano la propria materia musicale, per l’impegno certosino nell’elaborare appassionate architetture, per il cromatismo e la resa visiva che hanno saputo imprimerci sopra.
(A Sad Sadness Song, 2018)
1.Quantum
2.Matter
3.Hyle
4.Cosmi
5.Lumis
6.Ifene
7.Fractals
8.Divide
9.Entropia