Il 4 ottobre 2019 è coinciso con l’uscita, per Dischi Brevisti e Sangue Dischi, di O, il nuovo EP firmato Arto, band che non ha bisogno di presentazioni: si tratta di un quartetto composto da personalità note e influenti della realtà musicale italiana, quali Luca Cavina (Calibro35, Zeus!), Simone Cavina (Iosonouncane, Comaneci), Bruno Germano (Settlefish) e Cristian Naldi (Ronin). Una band da cui aspettavamo ansiosamente novità. A marzo del 2018 gli Arto ci avevano stupito con Fantasma, album di debutto strabiliante, lavoro innovativo e assolutamente di livello. Il mese scorso sono tornati a scuotere la scena italiana e internazionale con una pubblicazione che conferma il loro ottimo stato di salute, e afferma la realtà di quel sound cinematico e straniante che ci aveva colpito per l’originalità.
“O”, oltre a essere un lavoro che non può deludere l’ascoltatore, apre una riflessione sulla circolarità. Il nome del disco va letto in senso segnico più che in senso alfabetico: è un simbolo di unione e continuità, di rinnovamento e di ciclicità, è l’emblema iconico di un concept che realizza la sua ragion d’essere creativa, musicale ed emotiva nell’eterno ritorno, nella progressione, nella caducità dell’essere e nella sua rinascita. Infatti, le due tracce al suo interno delineano proprio due momenti fondamentali per la storia della band, delimitano un campo musicale in cui il passato, il principio e l’origine affiancano il presente, il fermento in essere che guarda al futuro. “EN” (“cerchio” in giapponese) è una composizione inedita: il presente degli Arto. È un brano che fa tesoro delle atmosfere dell’album di debutto, per svilupparle in chiave ancora più inquieta e psichedelica: il drumming nervoso, la progressione di accordi sul tappeto di basso e chitarra sfumata, uno svuotamento, l’insieme che vortica in un andamento sincopato e pulsante in cui una compattissima sezione ritmica circonda il rincorrersi dei temi acidi e cinematici delle due chitarre in un una sorta di ansiosa lotta circolare che esclude la stasi; infine, l’esplosione del blast beat di batteria prima del finale con il basso che cresce, e le armonie che si piegano ed esasperano. Siamo davanti ad un brano che parla da solo, che si imprime nella memoria dell’ascoltatore per completezza tecnica e compositiva, un brano denso dalle atmosfere allucinate e claustrofobiche, nel quale regna una rara armonia estetica ed emotiva. “In Limine”, la traccia diametrale, rappresenta il corrispettivo di “EN”, ossia il passato, l’origine: si tratta della prima composizione della band, un lavoro antecedente a Fantasma, una pubblicazione in video su Youtube, mai registrata su alcun supporto. È un itinerario dal tono contemplativo (forse l’eco montaliana del titolo non è casuale). È un brano liquido e stratificato, basato su un tema amaro, fluttuante, eseguito da Luca Cavina con lo slide che percorre il manico del basso, e progressivamente arricchito dai layering onirici delle due chitarre complementari di Germano e Naldi e dal drumming pulviscolare di Simone Cavina. Mentre il brano cresce e satura lo spazio sonoro, l’insieme strumentale guida l’ascolto verso un’esplosione destinata a non avvenire: la tensione cresce e si esaspera, cresce e angoscia l’ascoltatore, cresce e non cade mai accadrebbe a un esperto equilibrista che cammina sul filo, appunto in limine sul baratro.
Con “O” gli Arto mettono fine a un ciclo e celebrano la nascita del successivo. L’ordine della tracklist lo conferma: il nuovo precede il vecchio suggerendo un ascolto che spinge a riprodurre Fantasma tra la fine di “In Limine” e il nuovo ascolto di “EN”. Gli Arto dimostrano di saper di creare opere d’arte uniche nel loro genere, di riplasmare e innovare Sanno sconvolgerci, e farci angosciare e dissolvere. Sono capaci di avvolgere l’ascoltatore con composizioni di eccellente qualità. Sanno incantarci e farci ricordare che la musica è qualcosa che tende in molti modi all’equilibrio, per poi flettere ed esasperarlo, qualcosa che tende al rinnovamento. E sì, sanno farci sperare nell’eventualità di un nuovo album.
(Dischi Brevisti, Sangue Dischi, 2019)
1. EN
2. In Limine