I debutti discografici sono all’ordine del giorno e fa piacere vedere come sempre più musicisti sentano il bisogno di esprimere ciò che hanno dentro. Ennesima prova è quella dei Dead Mammals che pubblicano il loro primo album omonimo. La band, anzi il duo, è composto da due amici inglesi che durante il lockdown causato dal Covid hanno scritto e registrato il disco in completa autonomia tributando l’era d’oro del noise rock a cavallo fra la fine degli anni ’80 e l’inizio degli anni ’90, inserendo però anche altri elementi in modo tale da non essere inquadrati come una sterile imitazione dei tempi che furono.
Questo Dead Mammals prende ovviamente l’anima anticonformista del noise rock presentandosi molto scheletrico sia nelle ritmiche, con la batteria che scandisce i tempi quasi fosse meccanica, che nella composizione delle tracce, colme di un cantato totalmente declamatorio ed urlato a pieni polmoni. L’elemento protagonista è comunque il basso del polistrumentista C. Garth (che si occupa anche di batteria e chitarra) dal groove trascinante come nella micidiale “Desperate Like Me”, ma in generale ha sempre un posto di rilievo ergendosi sempre a colonna portante grazie a giri devastanti. La chitarra invece fa il lavoro opposto e prendendosi i suoi spazi solo quando serve come nello stridere industriale di “Bricks” fra puro rumore e ruggine, nel mix southern/grunge della placida “Jughead” (ma anche nel blues di “I’d Remember”) o nei corposi riff dell’ossessiva “LS-51” con dei rallentamenti mastodontici che si fanno via via più distruttivi. Ma c’è molto di più, e non si riduce tutto alla “piacevole distorsione uditiva” grazie ad episodi più movimentati simil-punk come la veloce “High Horse” o anche la bifronte “Hard Up”, divisa tra acidità e feedback assordanti. Anche se nel noise rock non è semplice offrire qualcosa di nuovo, dato che forse è già stato detto tutto (un po’ come lo sludge e molti altri generi), l’abilità nell’intrattenere e trovare dei modi alternativi per suonare il genere sono il segreto per distinguersi dalla massa. I Dead Mammals ci riescono e sebbene siano solo agli inizi riescono ad offrire un pizzico di varietà ed originalità in più, partendo dallo stile classico come la storta e schizzata “Poor Cow” per arrivare a lezioni melodiche di notevole impatto nell’intensa “Belly Of The River”, in cui gli echi deflagranti della sei corde si gonfiano fino al gran finale dove tutto rimbomba e si contorce in un orgasmo deformato.
L’esordio omonimo dei Dead Mammals è un album di qualità non indifferente che mantiene inalterato l’amore per il passato ma cerca, seppure ancora timidamente, di andare oltre a piccoli passi ed è ciò che ognuno dovrebbe fare. Speriamo che il coraggio non diminuisca.
(Trepanation Recordings, 2021)
1. Bricks
2. Poor Cow
3. Jughead
4. Desperate Like Me
5. LS-51
6. High Horse
7. Hard Up
8. I’d Remember
9. Two Killers
10. Belly of the River