“C’è in me una nostalgia di qualcosa che non esiste nella vita e nemmeno nella morte, un desiderio che su questa terra niente appaga, fuorché, in certi momenti, la musica, quando evoca le lacerazioni di un altro mondo.” Emil Cioran
Una fedele fotografia della scena hardcore punk italiana degli anni Ottanta è stata ampiamente descritta in libri come “Dritti con un muro” di Giorgio Senesi e “Costretti a sanguinare” di Marco “Philopat” Galliani, ciò che mancava era però uno spaccato dedicato all’altrettanto significativo decennio successivo. Giangiacomo De Stefano* e Andrea “Ics” Ferrari** si sono presi carico di questa mission presentando l’opera Disconnection – pubblicata ad Aprile 2021 dalla Tsunami Edizioni, la casa editrice che, per quel che riguarda i libri per appassionati di musica, rimane la più puntuale e pioneristica.
Una folgorante prefazione di Nico Vascellari (With Love, Ninos Du Brasil) mette subito le cose in chiaro: “l’hardcore è negazione” e questa dissociazione delinea la consapevolezza che “no, non è soltanto musica” – ciò di cui stiamo parlando. I componenti di Concrete, Eversor, Tear Me Down, Burning Defeat, Cripple Bastards, Contrasto, Sottopressione, Colonna Infame Skinhead, Reprisal, Strength Approach, Kontatto e di altre numerose realtà fiorite negli anni Novanta o in tempi più recenti (Raein, ToKill, The Death Of Anna Karina, Fine Before You Came, Le Tormenta) raccontano con le proprie parole l’esperienza vissuta in prima linea ad eventi memorabili, come il concerto dei Negazione, Indigesti e Cheetah Chrome Motherfuckers a Bologna nel 1987 o a festival indelebili come It’s Pounding In! e Two days of Struggle.
Ad arricchire l’importanza di questa raccolta di testimonianze e immagini, non è solo la possibilità di poter evocare il ricordo di un florido periodo di concerti e stage diving, che molti di noi hanno avuto la fortuna di vivere sulla propria pelle, ma anche la potenzialità di un’essenziale chiave di lettura utile alle nuove generazioni quanto a chiunque voglia avere un’idea vivida del periodo e del movimento presi in esame.
Il decennio 1989-1999 è una fase contraddistinta da forti cambiamenti all’interno del panorama hardcore internazionale e l’Italia non fa eccezione, vantando l’evoluzione di band storiche e la nascita di altrettante “rumorose orchestre” sempre più aperte a contaminazioni musicali ed ideologiche che daranno una degna risposta oltreoceano a Black Flag, Bad Brains, Suicidal Tendencies, Dead Kennedys, Minor Threat etc. Se da una parte la militanza politica dei gruppi protagonisti degli anni Ottanta non è più particolarmente marcata, dall’altra emergono nuove tematiche sociali come sessismo, veganesimo e ambientalismo. Nel libro vi è un’accurata analisi della nascita e dello sviluppo della scena Straight Edge e di conseguenza vengono messi in luce gruppi come By All Means, Growing Concern, Think Twice e Open Season: in qualche modo i primi italiani ad essere stati triggerati dallo “scossone attitudinale” del leggendario tour europeo degli americani Youth Of Today nel 1989. Il consolidamento della filosofia DIY, lo skateboarding, l’importante lavoro di divulgazione da parte di etichette come SOA Records e Green Records, di fanzine e riviste musicali, si accorpano ai temi etici sopracitati, portando i kids ad un rinnovato entusiasmo e in alcuni casi, ad una loro unione particolarmente ferrea. Questo e tanto altro viene ampiamente approfondito in Disconnection, facendoci viaggiare tra le mura dei centri sociali e i luoghi di aggregazione più attivi d’Italia, valorizzando un racconto meraviglioso ancora in atto. Seppur in forma profondamente diversa l’hardcore è sopravvissuto agli anni Novanta e lo dimostrano le tante nuove contaminazioni con post-rock, black metal e altri generi.
Possiamo dirlo senza remore, anche nell’era digitale “Lo Spirito Continua”.
*Giangiacomo De Stefano: produttore, regista e documentarista – autore di At the Matinee, documentario sulla storia del CBGB’s e dell’hardcore di New York – ha suonato con Ivory Cage, Ageing, Summer League, The Guilt Show e Cosa Nostra.
**Andrea “Ics” Ferraris: lavora nel sociale con i minori stranieri non accompagnati e ha scritto di musica su diverse riviste italiane e straniere; ha suonato e registrato dischi con Maurizio Bianchi, John Russell, Andrea Marutti, Michael Palace, Luca Sigurtà e Craig Hilton. Negli anni Novanta ha inoltre fatto parte di gruppi hardcore come One Fine Day, Burning Defeat, Permanent Scar e Outright.
Puoi ordinare “Disconnection” qui: tsunamiedizioni.com