Alle volte anche gli esseri umani più geniali e virtuosi devono rendere grazie a qualcuno, riconoscendo il fatto che senza il supporto di altre forze, la loro genialità avrebbe avuto forme e colori differenti, o addirittura toni meno accesi. È quello che hanno deciso di fare i White Ward con la loro label, la francese Debemur Morti, andando a celebrarne la 200° release con questo EP (omaggio già fatto in passato dai Blut Aus Nord in onore dell’uscita n°100). Come si incastonino i White Ward all’interno del roster della Debermur Morti è alquanto difficile: la band ucraina infatti è un’entità in ascesa perenne, che ha come scopo ultimo quello di allagare i confini del black metal, mescolandolo con le influenze più varie, in primis il jazz.
Anche questo EP, neanche a dirlo, scava ulteriormente nell’abisso creato dal sestetto, evolvendo ancora di più il suono fresco e pregno di novità che ci avevano servito col bellissimo Love Exchange Failure. La prima traccia, “Debemur Morti” appunto, vede l’apparizione del leggendario Lars Nedland (Solefald, Borknagar), in grande spolvero nelle parti pulite. Il pezzo scorre potente e vibrante, alternando sezioni violente (in alcuni momenti si intravedono riferimenti, almeno musicali, agli Yakuza) e intermezzi più riflessivi che richiamano i maestri Ulver. Il primo tassello di questo Debemur Morti è quindi acceso, risonante e decisamente sfaccettato. L’intro di “Embers” è invece molto più suadente: un ispiratissimo mix di sax e pianoforte ci conducono in un tunnel cinematografico dai tori squisitamente noir e notturni, per poi esplodere in un ciclone black metal, prima cadenzato e pesante poi veloce e distruttivo, in cui la voce di Yurii svetta per intensità e drammaticità.
Non fatevi ingannare dal fatto che questo puzzle abbia solo due pezzi: Debemur Morti è un disco pieno, a sé stante e che si regge sulle sue gambe. Il sax di Dima Dudko e le chitarre danzano insieme come nei momenti più alti della loro discografia, e la voglia di mescolarli sempre più sapientemente è a dir poco palese. Possiamo solo augurarci che questo EP non sia solo “celebrativo” ma sia un primo assaggio di quello che potremmo sentire nel prossimo disco dei White Ward, sempre più punto di riferimento del black metal sperimentale europeo.
(Debemur Morti Productions, 2021)
1. Debemur Morti
2. Embers