I norvegesi Halcyon Days nascono nel 2012 a Oslo e finora hanno dato alle stampe due EP e due full: Keep Myself From Sinking è dunque il loro terzo album, quello che di norma viene considerato “della maturità”.
Personalmente chi scrive non li conosceva prima di qualche giorno fa e cercando in rete sono stati trovati paragoni con band come Architects, While She Sleeps, Counterparts, e il mondo del metalcore, indicazioni tutto sommato un po’ parziali. Siamo fondamentalmente di fronte infatti ad un’ottima band di post-hardcore melodico, che per approccio può ricordare i Devil Sold his Soul, dei Thursday un po’ più tecnici o degli Underoath un po’ meno elettronici e drammatici; un gruppo che gioca molto sul pathos, sulle emozioni, su aggressività alternata a cori e ritornelli di gran presa e orecchiabili. Certo i riferimenti al mondo del metalcore ci sono, ma sono rielaborati con disinvoltura e non suonano così smaccati come si potrebbe immaginare, limitandosi più a una cornice o ad alcune strutture impiegate.
Rispetto al passato è stata abbandonata la voce totalmente pulita ed è tutto affidato all’interpretazione tirata ed energetica di Robbe Madsen, un cantante dalle indubbie doti in grado di trascinare l’ascoltatore e di coinvolgerlo sin da subito nei pezzi. Le chitarre dipingono linee melodiche dal sapore neanche troppo velatamente malinconico, che svariano con estrema facilità tra momenti energetici e rabbiosi (alcuni, effettivamente, di matrice metalcore) e parentesi più riflessive, ma non abbandonano mai quella semplicità nell’essere sin da subito orecchiabili e mai pacchiane. Ad arricchire il tutto una sezione ritmica pulsante, precisa, frenetica e varia nei continui cambi di ritmo ed intensità.
Si rimane subito colpiti dall’energia e dall’emotività trasmessa da brani come “Hands of Time”, “Shadows” (a tratti quasi emocore, soprattutto nelle linee di chitarra), “Collapsing Walls”, “Sleepwalking” (tra i momenti migliori da un punto di vista del ritornello e dell’intensità) o la conclusiva “Face Exposed”, tutte canzoni che mettono in luce la varietà di influenze caratterizzanti il suono dei Nostri, e ognuna di esse a suo modo diversa e rappresentativa.
Il mondo del post-hardcore è vasto, è un grande fiume nel quale si immettono tantissimi affluenti ed è difficile starci dietro senza perdere pezzi per strada; ma è altrettanto entusiasmante quando ci si trova di fronte ad un gruppo come gli Halcyon Days, capaci di entusiasmare e coinvolgere nonostante suonino un genere “non-genere” che pullula di gruppi anche molto originali e interessanti. Se siete fan delle sonorità finora descritte non lasciatevi sfuggire Keep Myself From Sinking, potreste perdervi qualcosa magari non epocale, ma di sicuro tra i momenti più rilevanti del genere.
(Indie Recordings, 2021)
1. Awakening
2. Hands of Time
3. Shadows
4. Collapsing Walls
5. Keep Myself From Sinking
6. Collecting Scars
7. Sleepwalking
8. Better Days
9. Face Exposed
7.5