Nel 2017 gli australiani Echotide pubblicavano il loro secondo lavoro, Into The Half Light, disco che la sempre attenta Bird’s Robe Records ha deciso di ripubblicare alla luce dell’aggiunta della band alle fila dell’etichetta. Quello che abbiamo tra le mani è un buon album di post-rock strumentale e cinematografico, dal taglio emozionale, progressivo ma ahimè incisivo solo in parte.
La partenza è affidata a quello che probabilmente è il pezzo migliore del lotto nonché title-track: come un’alba lenta e assonnata dolci arpeggi di chitarra si sollevano da una foschia creata da un soffuso tappeto di tastiere, per poi essere seguite di lì a poco dalla sezione ritmica che di colpo cambia le carte in tavola marcando un netto irrobustimento del suono, dalle parti di certi Rosetta o Russian Circles. La consueta deflagrazione del suono non arriva quando previsto: intorno alla metà le atmosfere si fanno nuovamente sognanti, portando avanti il tema principale della canzone che stavolta, davvero, sublima in un intenso crescendo guidato dall’unione di tastiere e batteria, sfociando in un’esplosione che poi si dissolve in un riverbero lontano. La successiva “Another Road” mantiene il buon livello di pathos toccato dal brano precedente, mentre dobbiamo attendere la piacevole e riflessiva “Illumina” per trovare un’altra canzone in grado di staccarsi da una base buona ma purtroppo che sa di già sentito. I sette pezzi che compongono Into The Half Light sono a tutti gli effetti ottimi esempi di come costruire un brano post-rock a tinte elettroniche ed ambient, e va riconosciuto il pregio agli Echotide di cercare di non aggrapparsi a strutture trite e ritrite, per quanto svariando e movimentando la proposta. Ci riescono? Purtroppo non pienamente: o meglio, svolgono il compito ma non portano a casa un disco in grado di essere ricordato. Le emozioni ci sono, ma sono un po’ freddine, un po’ di maniera, si cammina seguendo impronte di God is an Astronaut, This Will Destroy You, Maybeshewill o certi Explosions in The Sky, si prova a sintetizzarli e a creare qualcosa di nuovo, ma il risultato seppur apprezzabile suona, come detto, un po’ già sentito.
Un album che piacerà agli amanti del post-rock più intimo, crepuscolare, riflessivo e cinematografico, ma non un ascolto imprescindibile o chiave per conoscere il genere.
(Bird’s Robe Records, 2022)
1. Into the Half Light
2. Another Road
3. Her Back to the Sun
4. Cracks in the Walls of a Temporary Home
5. Illumina
6. New Beacons Cast to Old Horizons
7. No Such Thing as Monsters