Questo split album chiamato Until Liars Fear You è una ghiotta occasione per fare la conoscenza di due act particolari di una scena musicale che cerca sempre di valicare i confini infischiandosene dei grandi numeri mossa unicamente per la ricerca sonora e l’amore per la musica.
Il primo dei due nomi coinvolti è il progetto Wilderness Hymnal a cui fa capo il polistrumentista britannico/venezuelano Javier Willis. Questo musicista è affascinato da molti generi musicali e potrebbe ricordare validi esponenti come Dead Can Dance o anche gli Ulver (ma la lista potrebbe allungarsi a dismisura). Javier partecipa a questo dischetto con cinque brani più uno speciale. Sono delle tracce che nascondono al proprio interno molto più di quello che si potrebbe pensare dopo un ascolto disattento. Il suo modo di mescolare la musica da camera, il folk europeo, il drone e mille altre diavolerie, si presenta complesso e sfaccettato sorretto da liriche improntate su, cicli, ripetizioni, memorie represse, demoni interiori e sulla loro morsa (rappresentata dai “Denti”), argomenti ispirati da colleghi come Tori Amos, Fiona Apple e Lingua Ignota. Ciò che doveva essere, in origine, un album totalmente elettronico su invito del secondo nome coinvolto nel disco, ovvero Duncan Evans (soddisfatto dalla collaborazione che fece nascere il pezzo “Three Tempers” presente in questo split), diventa poi una porta di passaggio fra due mondi.
Quello più terreno e spirituale è il lato di Wilderness Hymnal che, richiamando le liriche concettuali del “ciclo”, parte con una intro mistica ed esotica a nome “Comet” per finire con la traccia speciale “Three Tempers” (assieme a Duncan Evans come ospite) che si riallaccia per atmosfere oniriche ed arcaiche all’inizio. Nel mezzo ci sono moltissimi momenti placidi ed incentrati sulla melodia. “I Buried My Teeth” presenta una chitarra solitaria bilanciata da un etereo cantato e non manca nemmeno un equilibrato binomio di distorsione/morbidezza che si insinua sottopelle assieme al mistico mantra da culture lontane e beat elettronici di “The Hunter”, il mood minimalista modello Damnation degli Opeth di “Old Dogs” con i suoi arrangiamenti di archi e la dolcezza pianistica di “Anaemia”. Non è esattamente qualcosa che sorprenda eccessivamente ma ha dalla sua una bellezza peculiare.
Il lato più “meccanico” è dato dalla controparte capitanata da Duncan Evans, un musicista molto attivo nel dark folk/post-punk e componente della band black metal A Forest Of Stars. Liricamente anche il buon Duncan si ispira ai demoni interiori ma vira più verso le paure della vita, le incertezze ed invitando a concentrarsi unicamente sul presente. Le tracce sono nate durante il processo di lavorazione per le musiche di Huis clos (conosciuta come A porte chiuse in Italia No Exit nella traduzione inglese), un’opera teatrale del 1944 di Jean-Paul Sartre. Durante questo periodo avvenne il primo rapporto con Javier che portò alla già citata “Three Tempers”, il seme per far nascere il disco.
La visione di Duncan è orientata verso un mood più visionario/futurista con massicci usi di synth ed elettronica (“Deadheading” con il suo cantato erotico), colonne sonore da club robotico industriale e ritmi martellanti (“No Exit (Part 1)”) per non parlare del cantato operistico, dell’ospite vocale Phil Wilcox, contenuto in “The Stars: No Exit (Part 2)”. Anche in questo caso ci vuole concentrazione dato che, seppure le composizioni paiono immediate, ci sono diversi elementi sfumati che meritano di essere colti ed assimilati. Mr. Evans è anche egli ermetico ed enigmatico nella scelta dei suoni e nella composizione e lascia decidere all’ascoltatore quale sia il messaggio contenuto nelle tracce dotate di piccole sezioni strumentali come il fine piano notturno di “Breath” e le pizzicate acustiche di “Mouse Mask”.
Uno split ben fatto ma che, forse, tradisce un po’ le aspettative dati i nomi coinvolti che si limitano a dare solo delle leggere visioni di cosa avrebbero potuto fare realmente. Bello ma non fondamentale.
(Trepanation Recordings, 2021)
1. Wilderness Hymnal – Comet
2. Wilderness Hymnal – I Buried My Teeth
3. Wilderness Hymnal – The Hunter
4. Wilderness Hymnal – Old Dogs
5. Wilderness Hymnal – Anaemia
6. Wilderness Hymnal & Duncan Evans – Three Tempers
7. Duncan Evans – Deadheading
8. Duncan Evans – No Exit (Part 1)
9. Duncan Evans – No Exit (Part 2)
10. Duncan Evans – Breath
11. Duncan Evans – Mouse Mask