Esce per la berlinese Subtrakt il nuovo album di Ankubu, al secolo Marco Zanella, artista incredibilmente prolifico e poliedrico dietro a tanti progetti che ruotano tutti attorno a Ghost City Collective, un collettivo artistico (del quale lo stesso Zanella è tra i padri fondatori) con base nel nord-est italiano e produttore di molte interessanti opere lo-fi di ambito (in linea di massima) elettronico/drone/synth, ma non solo. Ankubu è la storpiatura della parola giapponese “akumu”, ossia “incubo”, ed è proprio in questa dimensione onirica e distorta che il Nostro vuole trasportarci con le sue produzioni e con il presente RX_71_0: un album non facile e non per tutti, ma così subdolamente trasversale da poter colpire in qualche modo anche chi non parla la lingua musicale dell’elettronica, in questo caso innervata da innesti glitch, ambient, dub e techno.
È facilissimo perdersi nei labirinti sonori di Ankubu, e lasciandosi trasportare dallo scorrere delle note possono venire alla mente echi di Burial e dei primi Prodigy, di certi Massive Attack, di colonne sonore di giochi distopici e malati (un Quake o un Dead Space per esempio) o di film di impianto cyber-punk (Matrix su tutti), con atmosfere multiformi e continuamente cangianti, liquide e apparentemente incomprensibili come certi sogni sanno essere, eppure inconsciamente logici e lineari. Se invece vogliamo attenerci in maniera più specifica alla materia musicale trattata dal Nostro allora possiamo citare nomi del calibro di LXV, Second Woman e Lanark Artefax, reinterpretati alla propria maniera. Col tempo la musica di Ankubu ha assunto una propria caratterizzazione che distingue questo progetto dagli altri dello stesso Zanella. Qui siamo in una dimensione come detto più onirica e impalpabile, ma allo stesso tempo in grado di comunicare un’urgenza e una sottile angoscia quanto mai tangibili. Sono in questo senso utilissime le parole del Nostro: “L’album è il primo di un trittico che esplora il crollo del subconscio, del corpo e della mente, fino ad uno stato dissociativo completo. RX_71_0 è lo stadio iniziale in cui il subconscio forza il controllo del corpo e delle operazioni, nel tentativo di contenere i danni successivi ad un trauma, scatenando infrastrutture gelide e spasmi meccanici, come ultimo atto di dominio sul decadimento emotivo e la somatizzazione.” Per dare un senso a tutto questo è sufficiente ascoltare brani come l’iniziale “[ Momentum ]”, “Flare Sign / Engage”, “Wish / Hurt”, “[ Ignite ]” o “Miss / Detach”, momenti musicali assolutamente gelidi nella loro natura sintetica ed esternamente ostica, ma in grado di catturare lo stesso l’ascoltatore scaraventandolo in quel labirinto da incubo di cui più volte abbiamo già parlato in questo scritto.
Difficile intuire dall’esterno in quale direzione si muoverà Ankubu con i prossimi album, vero è però che questo RX_71_0 ha un taglio dal respiro internazionale, ed è prodotto da un artista ben conscio di come si plasma la materia sonora che va a trattare, e che sembra avere le idee ben chiare di dove questo collasso del nostro io musicale ci potrà portare… Ve la sentirete di seguirlo in questo suo viaggio?
(Subtrakt, 2022)
1. [ Momentum ]
2. Flare Sign / Engage
3. Scission
4. Wish / Hurt
5. Emissary / Receiver
6. [ Ignite ]
7. Dream Merge
8. Miss / Detach
9. [ Extract ]