(Metal Blade Records, 2013)
1. Swoop of the Falcon;
2. Pour le Mérite;
3. DG-7;
4. The Last Breath of Man and Beast;
5. DAK;
6. The Desert Fox;
7. Tobruk;
8. Farewell to Africa;
9. The Final Front;
10. Death of a Field Marshal
Ormai lo sappiamo: dove c’è death metal di qualità, c’è Martin Van Drunen e gli Hail Of Bullets non sono un’eccezione. Ovviamente il merito non va solo al biondissimo olandese (nella cui carriera l’unica macchia forse sono solo i Comecon, ma per colpa sua) – che qui è accompagnato da gente proveniente da Gorefest, Thanatos e ancora Asphyx – ma sicuramente l’immaginario guerresco e i concept legati alla seconda guerra mondiale che stanno dietro ad ogni uscita del gruppo sono farina del suo sacco.
Se l’esordio …of Frost and War era incentrato sull’Operazione Barbarossa e sulla rispettiva risposta sovietica, il seguito On Divine Winds sul fronte dell’Oceano Pacifico che vide lo scontrarsi di americani e giapponesi, questo terzo album è legato ad un’unica personalità, il generale Erwin Rommel, che conseguì ampi successi in campagne in Francia e in Africa, ma che concluse la sua vita suicida dopo essere stato accusato di aver preso parte ad un complotto nel 1944 contro Adolf Hitler. Musicalmente la formula non cambia di una virgola: death metal figlio della scuola nordica (nello specifico olandese, se vogliamo dirla tutta) con ampissimi riferimenti ad Asphyx, Bolt Thrower e Gorefest, su cui svetta l’inconfondibile asmatico cantato di Van Drunen. Detto questo, non possiamo non notare come qualche episodio sembri essere più un esercizio di stile che altro (“Swoop of the Falcon”, “The Last Breath of Man and Beast” o “Pour le Mérite”), ma per fortuna incontriamo più brani che ancora una volta ci dimostrano l’ottimo stato di salute del gruppo: “DG-7”, “Tobruk”, la clamorosa “DAK”, “The Final Front” o la struggente ed epica “Death of a Field Marshal” posta in chiusura.
III – The Rommel Chronicles nel bene e nel male non cambia una virgola rispetto a quanto già detto dagli Hail Of Bullets e per ora per il sottoscritto tutto ciò è ampiamente sufficiente.
7.0