(Drag City, 2012)
1. Addis
2. State Of Non-Return
3. Gethsemane
4. Sinai
5. Haqq al-Yaqin
Al Cisneros è una presenza costante nel nostro 2012. Dopo averlo visto on stage sia con i redivivi Sleep sia con i suoi Om, scopriamo che tra un tour e l’altro lui e il suo compagno d’avventure Emil Amos hanno trovato il tempo di scrivere un nuovo album che mantiene, diciamolo subito, la qualità generale della discografia degli Om su altissimi livelli; soprattutto, possiamo affermare senza paura di essere smentiti che il duo americano con questo Advaitic Songs dimostra di avere ancora voglia di sperimentare con la propria musica, conservando gli ingredienti basilari della ricetta che li ha resi famosi ma arricchendo il tutto con spunti molto interessanti.
Forse ha influito anche la fruttuosa collaborazione, di cui già vi avevamo parlato, con Rob Lowe (anche se dai credits risulta che qui si sia occupato solo di “additional vocals” e “tambura”, tipico strumento indiano somigliante al sitar), o forse era già intenzione di questi ragazzoni esplorare ancora di più il mondo musicale orientale; fatto sta che fin dall’opener “Addis”, in cui spicca anche una voce femminile, i richiami all’immaginario asiatico si sprecano, tutto il disco è permeato da un’atmosfera ”tibetana” molto più di quanto fosse percepibile in passato, tanto che si fa quasi fatica a parlare ancora di stoner doom.
L’etichetta “metal” si può ancora accostare in alcuni momenti alla musica degli Om, soprattutto in “State Of Non-Return” e “Sinai”, pezzo che sembra quasi fare da ponte tra la produzione passata e quella attuale della band (tra l’altro, il brano veniva eseguito anche nell’ultimo tour europeo). Il basso pulsante di Cisneros è ancora chiaramente in evidenza, così come il drumming di Amos che va oltre la solita marzialità seguendo con maggiore fantasia i ritmi orientaleggianti dei vari brani, ma analizzando la tracklist nel complesso si ha l’impressione che lo stoner doom del passato, adesso più dilatato che mai, sia solo l’ossatura dei brani, che ora sono notevolmente arricchiti da piano, violini, violoncelli, flauti e percussioni tipiche. Sotto questo punto di vista, Advaitic Songs è l’album più ambizioso mai composto dagli Om, ma il risultato è assolutamente soddisfacente. Mettendo da parte il minimalismo verso cui si stava evidentemente dirigendo la loro musica e l’effetto ipnotico che ne era la diretta conseguenza, Cisneros e Amos oggi riescono ad affascinare e catturare l’ascoltatore con una forza ed una raffinatezza che mai avremmo pensato potesse essergli propria.
Gli Om con questo nuovo album hanno voluto offrire una grande prova di personalità a chi li accusava di eccessiva staticità, facendo tesoro di tutte le loro esperienze passate ma rinnovandosi in maniera saggia e ponderata. Non fidatevi dei critici con la puzza sotto il naso che probabilmente non potranno mai capire la ricerca non solo musicale ma anche spirituale che sta dietro la musica e il personaggio di Al Cisneros: Advaitic Songs è l’ennesimo ottimo disco di un uomo che, non contento di aver già scritto pagine importantissime di storia della musica, continua a non voler sbagliare nulla.
7.5