(Season Of Mist, 2013)
1. Le Toit Du Monde
2. An Ocean Of Wisdom
3. Forgotten Arrows
4. Colored Sands
5. The Battle Of Chamdo
6. Enemies Of Compassion
7. Ember’s Voice
8. Absconders
9. Reduced To Silence
I padri fondatori del death metal stanno ormai prendendo e rilanciando sempre più cantonate ; fra auto-caricature (Deicide), voglia di contratti con “Masters of Hardcore”(Morbid Angel), cedimenti di piramidi (Nile), latitanze svedesi (Entombed), indecisioni deathcore (Cryptopsy) e brutti pensieri come “col passare di strani eoni anche i Death possono resuscitare”, molti sono i rospi che i fruitori della musica estrema devono mandar giù. Ma qualcuno resiste, qualcuno che effettivamente ha determinato le coordinate stilistiche di un genere intero ancora riesce a stupire, a farci ricordare che i giganti ancora camminano sulla Terra.
I Gorguts del 2013 sono una creatura mostruosa, l’incarnazione di qualcosa che l’uomo neppure dovrebbe conoscere, una forza inarrestabile venuta da un altro universo. Ascoltando questo Colored Sands non si può far altro che rimanere attoniti innanzi a tale bellezza ultraterrena, fra le ombre del proprio inconscio e gli abissi dello spazio aperto. I canadesi ripartono esattamente da dove ci avevano lasciato: la liquidità dei suoni avvolge l’ascoltatore e lo trascina verso l’ignoto, tracciando partiture complesse, dissonanti eppure assimilabili senza troppe difficoltà, non risultando soporiferi e noiosi, insomma come solo i veri maestri sanno fare. La batteria, peraltro dai suoni molto naturali e apparentemente scevri di trigger, scandisce il tempo che separa l’ascoltatore dall’annegamento, mentre le chitarre si stringono attorno al suo collo ed il basso ne fa pulsare il cuore per l’ultima volta: questo album è mortale, come non se ne sentivano da troppo tempo, una colonna sonora dell’olocausto più totale e cosmico.
Se non vi era piaciuta la svolta tracciata da Obscura, inutile dire che anche questo ulteriore passo verso il giudizio universale vi lascerà del tutto indifferenti. Se invece siete amanti di Mitochondrion, Ulcerate, Portal, Witchrist, in generale della malatissima scena death metal d’Oceania e, perché no, dei nostrani Nero Di Marte, qui troverete acque oscurissime in cui immergervi per forse non fare più ritorno. L’uscita recente proprio dell’omonimo album di debutto dei Nero Di Marte e la prossima pubblicazione di Vermis degli Ulcerate potrebbero dare un’ulteriore valore aggiunto al mostro canadese e viceversa ai propri figli italiani e neozelandesi, in una sorta di “trinità nera” che pesca a piene mani dai sempreverdi Immolation e dalla malignità francese che corrisponde al nome di Deathspell Omega. Nel caso dei Gorguts non potrebbe non essere così, dato il proprio pesantissimo contributo all’anima nera della nostra musica preferita, ed in tal senso il moloch canadese è posto in una sorta di limbo in cui la propria passata influenza sul genere viene ricevuta a sua volta e mostruosamente ingigantita, come un virus che si propaga. Insomma, un ensemble totale e totalizzante, che arricchisce notevolmente un anno importantissimo per tutti coloro che proseguono la propria ricerca musicale oltre blast-beat e rasoiate chitarristiche così come per chi ama le atmosfere rarefatte ma non disdegna sane dosi di legnate all’occorrenza. Fate vostro questo capolavoro, prima che sia lui ad azzannarvi alla gola.
9.0