(Agonia Records, 2015)
1. Lower Degree of God’s Might
2. Hexenface
3. Le rouge, le vide et le tordu
4. The End of Prostration
5. Pieces of a Drowned Motion
6. Deus Sive Musica
7. On est bien peu de chose
A quasi tre anni di distanza dall’ultima uscita, dalla Francia arriva il secondo full-length della band capitanata da A.K., polistrumentista e membro dei Vorkreist, band black / death parigina. Non c’è assolutamente nulla nei Decline of the I riconducibile allo stile della band madre, sono due mondi ben distinti accomunati dall’appartenenza al roster dell’Agonia Records, spesso sinonimo di qualità.
Una ribellione avviene quando si arriva a provare un disagio che non si riesce più a sopportare; per i Decline of the I è semplice comunicarci questi sentimenti, che ci vengono sputati in faccia con la facilità propria di un coltello caldo nel tagliare il burro. Rebellion è figlio di quel black metal europeo che attinge sia dalla corrente più grezza e selvaggia sia da quella più avanguardistica di fine anni novanta, pur rimanendo con i piedi ben piantati nelle sonorità dei giorni nostri. Ogni canzone è impregnata della nera personalità di A.K., che con maligna perseveranza intaglia e crea uno a uno sette piccoli gioiellini dalle tante sfaccettature. Aspettatevi sfuriate devastanti costruite su delle chitarre ed una sezione ritmica che non risparmiano rabbia e senso di alienazione, avvicendate da melodie malinconiche tese a farci precipitare nel nostro personale baratro interiore fino a farci sprofondare in angosce e paure oscure. Sul più bello veniamo però risvegliati da momenti groovy e cadenzati, capaci di liberare le nostre membra bloccate da catene invisibili, che riescono anche a farci godere questo lavoro dal punto di vista più adrenalinico che sentimentale. Spiccano in tutto il lavoro gli azzeccati inserti elettronici, che vanno da piccoli pattern ritmici ai synth, fino ad arrivare a parentesi ambient arricchite da ritagli di dialoghi, per lo più in lingua francese. Rebellion è un disco di facile assimilazione, cosa assolutamente non scontata data la ricchezza e la varietà di stili presenti che spesso cozzano tra loro; già dal primo ascolto si può metabolizzare e capire il senso del concept dietro al disco, che essendo molto evocativo trasmette emozioni intense. Il senso di oppressione, il malessere e l’odio che fluisce tra le note di praticamente tutte e sette le tracce permettono ad ogni ascoltatore di crearsi una personale visione sull’ultimo lavoro targato Decline of the I.
Il tratto più operistico di questo disco può spaventare qualche purista del cosiddetto true black metal, ma sarebbe un errore: tutte le anime di questo lavoro sono state ben tarate e pensate per scatenare il malessere atavico insito nell’autore come in tutti noi quando il nostro meccanismo naturale di autodifesa si blocca e ci rendiamo conto del sanguinoso, miserabile e mortale mondo che ci circonda. Ecco, Rebellion è uno di quei lavori in grado di bloccare il nostro bisogno di illusioni e di catapultarci in quella che è la grigia realtà di tutti i giorni. Si tratta dunque di un disco non solo adatto a tutti gli amanti del black metal e delle sue varie sfaccettature, ma anche a tutti coloro che adorano farsi veicolare dalla musica ed assistere ad una vera e propria visione sonora.
7.5