(Godz ov War Productions, Third Eye Temple, Essential Purification Records, 2015)
1. Chant 1. – Departure
2. Chant 2. – Shadow
3. Chant 3. – The Fall
4. Chant 4. – Lament
5. Chant 5. – Equilibrium
6. Chant 6. – Vengeance
7. Chant 7. – Arrival
La Polonia in ambito metal ha sempre la capacità di tirare fuori qualcosa con cui stupirci. Questa volta da Cracovia arrivano gli Outre, band con già all’attivo un EP di appena quattro tracce e uno split con i loro conterranei Thaw; la pubblicazione risale a circa due anni fa ed era evidentemente arrivato il tempo di presentare al pubblico un vero e proprio album che recasse impresso a fuoco il marchio di questo quartetto trasudante nera fiamma da tutti i pori.
Il disco si apre con “Departure”, una intro che a primo impatto fa storcere un po’ il naso: trattasi di una traccia suonata e cantata, con andatura lenta a mo’ di cantilena che potrebbe far temere di trovarsi ad ascoltare una sorta di avant-garde con spunti pescati da chissà quali abusati lidi di noia mortale. Ma se è vero che non si debba giudicare un libro dalla copertina, stessa cosa dicasi per un album e per il suo primo brano, che poi brano non è ma più che altro un preludio a quanto ci aspetta.
Una pubblicità di qualche anno fa recitava che la potenza è nulla senza il controllo, motto che si sposa benissimo con questo disco: in Ghost Chants non manca nessuna di queste due caratteristiche, infatti finita la nenia iniziale le oscure forze di un black metal veramente ben prodotto e dal gusto moderno si palesa davanti all’ascoltatore in tutto il suo oscuro splendore. Una sezione ritmica serratissima e altamente operativa scandisce, traccia per traccia, un tripudio di pelli e piatti velocissimi quando serve e di puro fondamento al resto quando bisogna dare la giusta botta senza esagerare. Parliamo insomma di scelte percussionistiche ottimamente calibrate, accompagnate da un basso dal suono argentino stranamente messo in primo piano, spesso a sostenere tetre melodie mentre le chitarre fabbricano plumbee atmosfere. Quest’ultime (c’è un solo chitarrista ma il disco è pieno di sovra incisioni, sarei curioso di sapere come se la cavano dal vivo), mortali costruttrici di riff tesi all’inverosimile con un suono gelido e tagliente come ci si aspetta da un prodotto del genere, spesso cambiano forma e suono, mantenendo comunque la posizione, trasformandosi da gelide motoseghe in trombe annunciatrici dell’apocalisse.
I polacchi hanno composto un gran bell’esordio, contenente diversi aspetti che vanno da tempi martellanti classicamente in linea con la fiamma nera ma dal suono pulito e robusto, momenti ritmati di grande impatto, con una batteria capace di prodezze non pretestuose, e intrecci melodici veramente di qualità, caratteristiche finalizzate alla creazione di un’unica grande atmosfera nera e negativa ma allo stesso tempo maestosa e potente, capace di far accapponare la pelle e di far passare i trentasette minuti di durata in piena estasi da black metal cattivo e mai banale. Ghost Chants non delude: gli Outre hanno fatto un passo da gigante in avanti rispetto alle precedenti produzioni, sfornando un esordio da avere assolutamente.
7.5