(Southern Lord, 2012)
1. Feed The Flames
2. Slaves Of Induction
3. Road To Dreams
4. The Curse Of Cain
5. On Your Knees… In Misery
6. Ride The Steel
7. Hurricane Veins
8. From Beyond
9. Catch 22
10. Damned To Madness
11. Where No One Sleeps
12. Peace Of Mind
In un periodo in cui escono con frequenza dischi crustcore di qualità superiore, partoriti anche da band finora poco conosciute (abbiamo recentemente parlato dei Martyrdöd), è sempre rassicurante sapere che ci sono vecchie glorie che ancora sanno tenere il passo dei più giovani, raccogliendo la loro “sfida” e mostrando, il più delle volte, chi sono i veri leaders di questa “scena” sempre più in crescita. Confortante è ad esempio notare il più che ottimo stato di forma dei Wolfbrigade, gruppo attivo ormai da due decenni capace di far uscire nel 2012 quello che potrebbe seriamente essere l’album migliore della loro carriera.
Damned esce per i sempre più attivi tipi della Southern Lord Records, marchio che darà ulteriore visibilità al prodotto in questione, ma il nuovo parto dei leggendari crusters svedesi ha già da solo tutte le potenzialità per piacere ad un pubblico più numeroso, al di là dell’esposizione che ha il genere in questo periodo. E’ davvero sorprendete come un gruppo che ha mosso i primi passi all’inizio degli anni ’90 sia stato capace di tirar fuori un disco così moderno, catchy e allo stesso tempo potente e dall’attitudine assolutamente crust: i Wolfbrigade in questa occasione dimostrano di saper variare notevolmente la propria proposta, senza fossilizzarsi su stilemi crust / d-beat troppo “classici” ma senza neanche esagerare con un’evoluzione che avrebbe spaventato i fans più affezionati.
D’altronde, i ragazzoni restano pur sempre svedesi, e anche in passato hanno accorpato nella loro proposta qualche elemento death, ma non parliamo solo di questo. Provate a sentire “Ride The Steel” per farvi un’idea: parliamo di un pezzo che sfiora quasi i sei minuti, dotato di un break centrale notevole e di un finale in crescendo quasi epico, apice emotivo di un disco composto per lo più da ritmiche serrate e cavalcate rabbiose. Oppure date un ascolto a “From Beyond”, e provate a dirci che non ci sentite dentro i Dissection! Sono due pezzi in cui davvero i Wolfbrigade dimostrano un’apertura mentale e musicale che difficilmente si poteva intravedere in precedenza, e che dimostra, nel caso ci fosse bisogno, che questo genere non è solo ignoranza.
Certo, bisogna comunque dire che quando pestano duro gli svedesi mostrano davvero sé stessi, e fanno vedere di essere obbiettivamente una spanna sopra a tutti: l’opener “Feed The Flames” è un pezzo magnifico, che cattura in un attimo l’ascoltatore, due minuti in puro stile crust hardcore con qualche riff più “rockeggiante” a rendere più esaltante il tutto. Stesso discorso si potrebbe fare per “Road To Dreams”, in cui c’è meno punk e più death’n’roll, ma potremmo continuare ancora a lungo. Per tutti i trentacinque minuti di durata di questo album, è davvero difficile stare fermi.
C’è poco da aggiungere, i Wolfbrigade con questo album hanno dato una grande dimostrazione di forza, continuando il processo di “svecchiamento” del proprio sound che da un po’ di tempo gli sta permettendo di vivere una sorta di “seconda giovinezza”: speriamo davvero che, ora che c’è una certa attenzione per sonorità che da sempre propongono, gli siano resi i meriti che gli spettano, e che questo Damned raggiunga il maggior numero di orecchie possibili, perché, lo ripetiamo, ha davvero le potenzialità per piacere a giovani e meno giovani. Noi, al di là del voto non eccezionalmente alto, l’abbiamo apprezzato molto più di tante cose uscite nell’ambiente quest’anno: il tocco dei “maestri” c’è e si sente. Probabilmente uno dei dischi più divertenti del 2012.
7.5