(Mayfly Records, 2011)
1. Cycles (The Days Get Longer)
2. Walls (We Lose Each Other)
3. Salvage//Fold
4. Give (The Rats, They Want You)
5. Take (The Soil is Calling)
Folgorati dalla loro esplosiva esibizione di spalla ai Defeater nel recente tour europeo che ha toccato anche l’Italia, siamo andati a ripescare l’ultima pubblicazione dei Code Orange Kids, l’ottimo EP Cycles, dieci minuti di furioso hardcore senza compromessi che faranno la gioia di molti fan del genere. D’altronde, se un gruppo di ragazzini dall’età media inferiore ai diciott’anni è arrivato a firmare un contratto con la Deathwish Inc. di Jacob Bannon (uno che non ci sembra troppo incline a facili favoritismi e gentilezze gratuite), label per la quale uscirà il loro debut album in questo 2012, dev’esserci sicuramente qualcosa di buono che bolle in pentola.
Di un gruppo di ragazzini parliamo, ma questi quattro americani fanno le cose decisamente “alla vecchia maniera”, a cominciare dalla promozione della propria musica: niente dischi di debutto rilasciati con troppa fretta accompagnati da foto “laccate” (c’è pure una donna in formazione, ma non è certo una tipa da copertina di Playboy), solo tanta sostanza suddivisa in split cd, demo e mini pubblicazioni. Ma passando anche alla musica proposta, si capisce subito che i Code Orange Kids badano soprattutto alla concretezza: cinque pezzi per un totale di dieci minuti, carichi di una violenza inaudita e di un’immediatezza che non lascia scampo, in un sound che mescola la furia incontrollata dei Converge all’hardcore old school a passaggi più oscuri e cadenzati, senza strizzare troppo l’occhio alle tendenze odierne. Sembra proprio che questi ragazzacci se ne freghino di tutto e di tutti, andando avanti per la loro strada come uno schiacciasassi.
I primi due pezzi, “Cycles” e “Walls”, sono rasoiate hardcore da un minuto e mezzo efficaci ed incalzanti, in cui spiccano tre voci sguaiate (la principale di queste è dello scalmanatissimo, soprattutto in sede live, batterista) su trame caotiche e soffocanti, che denotano però anche un’urgenza espressiva opprimente e allo stesso tempo esaltante che ricorda i bestiali Kvelertak o i Trap Them meno crusty. Dopo il sorprendente intermezzo melodico-ansiogeno “Salvage//Fold”, “Give” riprende lo stesso stile, traghettandoci verso la conclusiva “Take”, un sofferente calvario di quattro minuti in cui i Code Orange Kids si lasciano andare a rallentamenti di matrice quasi sludge e a qualche momento più atmosferico, senza comunque modificare eccessivamente la propria natura di creatura incontrollabile, regalando un angosciante crescendo che culmina in un break di sole urla (The rats, they want you, the soil is calling) che si protrae come un mantra dannato nell’ultimo minuto accompagnato dagli strumenti in una coltre di nebbia che si dissolve poi in un nulla improvviso.
In soli dieci minuti, i Code Orange Kids sono riusciti a condensare un sound abbastanza personale ma soprattutto altamente coinvolgente, andando a creare una delle pubblicazioni più riuscite che abbiamo sentito negli ultimi tempi in campo hardcore (in senso lato). Cycles è una piccola gemma che ha già aperto, e probabilmente aprirà ancora, tante porte a questi coraggiosi ragazzi, guidati da un pizzico di incoscienza giovanile ma anche tanta, tanta consapevolezza dei propri mezzi. Segnatevi il loro nome e aspettate con grande curiosità il loro esordio sulla lunga distanza: noi siamo convinti che ne vedremo delle belle.
7.0