(Autoproduzione, 2012)
1. None
2. Pornography In The 30’s
3. Walter Jr.
4. Lou Rhodes
5. Home
6. Pavillion
7. Vibes
8. Providence
Ormai è assodato: in Italia più che altrove, chi fa da sé fa per tre. Ci troviamo ancora una volta davanti ad una splendida autoproduzione proveniente dal nostro Paese, un disco che suona estremamente internazionale ma che in realtà è 100% made in Italy. Stavolta parliamo dei bellunesi Tears|Before, gruppo nato nel 2005 ma che sembra provenire direttamente da quel glorioso periodo, tra il 1998 e il 2001, in cui uscirono album fondamentali come American Nervoso e We Are The Romans, Functioning On Impatience e 012: Revolution In Just Listening, e infine la pietra miliare Jane Doe, tutti dischi che rivoluzionarono un certo modo di intendere il (post) hardcore, prima ancora che venisse inventata la definizione, talvolta eccessivamente “snob”, di mathcore.
I cultori di certe sonorità non faticheranno dunque a distinguere i nomi di Botch, Coalesce e Converge dietro ai titoli sopra menzionati; aggiungete al tutto una buona dose di noise anni ’90 (Unsane su tutti) e modernizzate il risultato ottenuto tenendo bene a mente la lezione dei gruppi metalcore più intelligenti venuti fuori negli anni Duemila. Ora potreste avere una vaga idea di come suona Minus, ma se ancora non avete capito di cosa stiamo parlando fate partire l’album e vedrete che le idee vi si schiariranno in un attimo: superata l’intro, il trittico “Pornography In The 30’s” / “Walter Jr.” / “Lou Rhodes” sembra fatto apposta per spiazzare l’ascoltatore e asfaltarlo sotto colate di hardcore schizofrenico e dissonante, grazie ad un guitar-working davvero annichilente (tra l’altro, uno dei due chitarristi è il cantante dei noti Amia Venera Landscape).
Proseguendo l’ascolto, si ha quasi la sensazione che l’album sia diviso in due metà distinte: con le seguenti “Home” e soprattutto “Pavillion” (i pezzi migliori del lotto per chi scrive) i veneti esplorano territori diversi, addentrandosi anche in momenti più atmosferici e oscuri. Non stiamo parlando delle divagazioni simil-ambient tanto care ai nuovi espertoni del post metal, le chitarre distorte continuano ad essere l’elemento dominante in tutte le composizioni, ma i Tears|Before, proprio come avevano mostrato anche in “Portland”, pezzo principe del loro precedente lavoro Reversal (che in teoria era un EP, ma era solo cinque minuti più corto rispetto a Minus), sembrano trovarsi quasi più a loro agio con i pezzi dal minutaggio superiore: è notevole la capacità di questi ragazzi nel tenere alta anche nei brani più lunghi l’attenzione dell’ascoltatore, facendolo respirare solo per pochi istanti ricchi di pathos, per poi farlo ricadere nei loro baratri sonici. Nella musica dei Tears|Before il passaggio dalla cieca violenza dei momenti più concitati all’epicità quasi solenne di quelli a più ampio respiro è davvero breve.
Dopo “Vibes”, che riprende il discorso della “prima parte”, ci si tuffa in “Providence”, in cui il concetto spiegato poco sopra viene ribadito con forza ancora maggiore, in un bellissimo brano di sette minuti che ricorda i Converge più “intellettuali” di You Fail Me e No Heroes. A proposito di Converge, la voce del cantante della formazione veneta (ex cantante, nel momento in cui scriviamo) è abbastanza bannoniana, senza però che raggiunga ovviamente gli strazianti picchi del “buon” Jacob; tuttavia, pur essendo molto adatta alla musica proposta dalla band veneta, se i ragazzi continueranno lungo la strada battuta negli ultimi brani della tracklist, ora che necessiteranno di un nuovo cantante potrebbero anche cercare qualcuno che abbia la capacità di abbracciare stili diversi per rendere le proprie composizioni ancora più varie.
Minus è un debutto sulla lunga distanza di altissima qualità, uno dei migliori che abbiamo sentito quest’anno. Conoscevamo già i Tears|Before dal precedente Reversal, EP che lasciava intravedere grandi potenzialità, e siamo molto contenti di poter affermare che la band bellunese ha ripagato e pure superato le grandi aspettative che ci eravamo fatti su di loro; ora ci resta solo da vederli on stage, dove probabilmente la potenza racchiusa in questo prezioso dischetto si sprigionerà ai massimi livelli. Se siete amanti dei gruppi citati in queste righe (ma anche se non lo siete!) non lasciatevi sfuggire Minus: non rivoluzionerà il genere, ma era da tempo che in questo campo non si sentiva qualcosa di simile.
7.5