Imbattersi in un concerto degli Immolation non è certo cosa che capita tutti i giorni: era da diversi anni che la storica death metal band newyorchese non passava dall’Italia, perciò la data tenuta al Voodoo Club di Comacchio la sera prima di Ferragosto era un’occasione imperdibile per godersi dal vivo un simile colosso del metallo mondiale. Nonostante sia un giorno prefestivo non c’è molta gente al locale, probabilmente perché lo show è stato annunciato solo con poche settimane d’anticipo (non era mai stato fissato a Mestre, come erroneamente riportato da alcuni); tuttavia, nonostante probabilmente non si siano superati i cento spettatori nemmeno durante l’esibizione degli headliner, il nostro parere sulla serata non può certo essere negativo.
Immolation + Absurdity
Voodoo Club, San Giuseppe di Comacchio (FE)
14 / 08 / 2012
ABSURDITY
Quando entriamo nel locale hanno già suonato tali Zardens e Raw In Sect, due gruppi che non conosciamo minimamente ma che probabilmente non ci pentiremo di esserci persi. In realtà, ci saremo persi tranquillamente pure la performance degli Absurdity, che hanno cominciato a suonare poco dopo il nostro ingresso: il combo francese propone, molto semplicemente, quel thrash/death moderno tanto in voga nel loro paese (ed è un filone che ha anche sfornato tanti gruppi di qualità, sia chiaro) con qualche derivazione quasi metalcore e circondato dallo spettro degli Aborted periodo The Archaic Abattoir / Slaughter & Apparatus. Il frontman in particolare sembra ispirarsi molto, nello stile come nelle movenze, al grande Sven De Caluwè, senza ovviamente replicare né la grande abilità del belga né tantomeno il suo carisma. Tutta la band comunque sembra difettare chiaramente di personalità, malgrado si renda protagonista di uno show in fondo buono, che viene apprezzato dai più giovani nel pubblico. Noi però ci siamo annoiati alla svelta, trovando modo di sorridere solo seguendo le movenze dello strambo bassista, che sembrava più impegnato a saltare e fare il cretino piuttosto che a suonare. Non una brutta scelta, in fin dei conti.
IMMOLATION
Basta mezzo secondo agli Immolation per spazzare via tutte le amenità sonore precedenti, radunare tutti i presenti sotto il palco e annichilirli senza pietà. Non è neanche ragionevole tentare di fare paragoni con le band che hanno suonato prima dei newyorchesi, peraltro ringraziate una per volta durante lo show da un simpatico Ross Dolan, che ha amabilmente dialogato col pubblico tra un brano e l’altro dimostrando una serenità ed un’umiltà piacevolissime, in splendido contrasto con la musica oppressiva e brutale che propone insieme ai suoi soci. D’altronde, il lungocrinito frontman non ha certo bisogno di atteggiarsi in maniera particolare per guadagnarsi l’ammirazione di tutti i presenti: la sua semplice presenza scenica, la sua voce potente e giustamente monocorde, e soprattutto il muro di suono prodotto da lui, Vigna e compari bastano per dare una sana lezione di death metal a tutti. Vedere dal vivo gli Immolation in questa occasione ci ha fatto capire ancora meglio quanto un gruppo tanto in crescita oggi come gli Ulcerate debba a loro: potremmo ripetere in questa sede, parlando all’atmosfera annichilente creata da certi brani del quartetto statunitense, quello che avevamo scritto sull’ultimo show italiano dei neozelandesi. Gli Immolation sono il classico gruppo che quindici anni fa era già molto più avanti degli altri, e per questo son sempre stati meno considerati dei loro “coetanei”: ancora al giorno d’oggi, crediamo che ci siano pochi gruppi in campo death metal a poter allestire esibizioni così varie e intense come quelle di Ross Dolan e soci. Nella setlist della serata c’è posto per brani pescati da tutta la discografia del gruppo, da Dawn Of Possession del 1991 all’EP Providence dell’anno scorso: inutile sottolineare come non ci sia stato alcun calo di tensione nell’ora abbondante di concerto tenuta dai quattro americani, sia per l’impeccabilità dei musicisti in questione, sia per la qualità e la varietà della scaletta stessa, sia perché soprattutto i brani più diretti e brutali sono stati eseguiti con un coinvolgimento notevole. La titletrack del debut album, posta in chiusura, è stata solo la ciliegina sulla torta di una performance di livello davvero altissimo, offerta da gente che dopo più di vent’anni di carriera alle spalle ha ancora tanta voglia di divertirsi con umiltà a suonare in giro per il mondo. E che soprattutto riesce a far divertire diverse generazioni di amanti del death metal, continuando allo stesso tempo ad influenzare in maniera fondamentale tanti gruppi moderni. Gli Immolation sono innegabilmente una leggenda vivente.