(Unique leader Records, 2012)
1. Survival Matrix
2. Ionosphere
3. Frontier Of Perception
4. Radiophobia
5. Dead Zone Walkthrough
6. The Red Forest
7. Heirs Of Downfall
8. Fallout Progeny
9. Abysm Nucleus
10. Prypjat
Il 6 ottobre 2012 la Unique Leader Records rilascia Radiophobia, il nuovo album dei tedeschi Cytotoxin, i quali avevano già debuttato l’anno precedente con il full length Plutonium Heaven. Era da qualche mese che tenevamo sotto controllo l’uscita di questo album, visto che la band aveva già dato una buona impressione di sé, ma si riusciva quasi a percepire a distanza che questo nuovo lavoro sarebbe stato di un livello superiore rispetto al precedente.
Come si può subito intuire dai titoli dei brani, dalla copertina, ma anche dal nome stesso della band Radiophobia s’incentra sul disastro nucleare di Chernobyl, argomento che è una caratteristica stabile della band. I Cytotoxin suonano un death metal molto tecnico e complesso, contaminato da influenze brutal e in lontananza anche deathcore. In poche parole, per inquadrarli bene, dovete prendere i riff frenetici e gli assoli in “sweepping” classici degli Origin, le ritmiche dei Beneath the Massacre e il sound dei Dying Fetus, dei quali si possono ad esempio sentire parecchie influenze compositive nella traccia “Frontier Of Perception”. Insomma i Cytotoxin hanno voluto puntare tutto sull’impatto e l’aggressività e il risultato è senza dubbio convincente e valido. Radiophobia si fonda su una composizione e una struttura fantastica e ottimamente architettata: aspettatevi pattern travolgenti portati a velocità spropositate, breakdown “spezzacollo” frenetici e complessi, assoli tragici e strazianti e melodie malinconiche che riusciranno a catturare l’ascoltatore dall’inizio alla fine dell’album. I Cytotoxin riescono perfettamente nel loro intento, arrivando a trasmettere, tramite questi dieci brani, un vero e proprio scenario post-apocalittico. Radiophobia, oltre ad essere dotato di un’ottima composizione e struttura dimostra anche che la band tedesca è dotata di una tecnica sopraffina, a partire dal chitarrista, il quale si esibisce in assoli e riff tutt’altro che banali; il batterista che sfoggia un’incredibile padronanza sia in pattern di blast beats sia in pattern più ritmici e serrati; il bassista che avvolge e accompagna anche le melodie più complesse e contorte; per arrivare infine al vocalist, il quale fornice un ottimo contributo con un’impronta vocale incredibilmente varia, passando da growl gutturali a scream taglienti fino a pig squeal marci e brutali, ricordando molto lo stile Benighted.
Ad aprire le danze in Radiophobia ci pensa “Survaival Matrix”, una delle tracce più dirette, veloci e meglio armonizzate del lotto. Successivamente si passa a “Ionosphere”, dove incominciano a sentirsi i primi spunti Beneath The Massacre. Proseguendo l’ascolto si giunge alla titletrack, dotata di un riff centrale straordinario, ma che purtroppo è platealmente copiato da “The Aftermath” degli Origin, traccia contenuta nel loro album forse più rinomato, Antithesis (apprezziamo l’impegno nel provare a mascherarlo in parte, ma tuttavia rimane ancora troppo evidente). Si prosegue per arrivare, dopo l’intermezzo “Dead Zone Walkthrough”, alla parte più calda del disco; da questo punto fino alla fine potrete trovare i brani più interessanti dell’album, in particolare “Heirs Of Downfall” e “Fallout Progeny”, i quali spiccano sugli altri grazie alla loro marcata aggressività. Il tutto si conclude con l’outro “Prypjat”, la perfetta melodia che pone fine a circa trenta minuti di caos e distruzione, fornendo un finale angoscioso e disperato.
I Cytotoxin con quest’album sono riusciti a rappresentare esattamente quello che volevano: un disastro nucleare che si abbatte e stermina l’umanità. Radiophobia è un album diretto e potente, che mette in luce tutte le qualità della band e dimostra di essere ben studiato e realizzato, ottimamente eseguito e accompagnato da una buona produzione. Facciamo dunque i nostri complimenti ai Cytotoxin dai quali ci aspettiamo ancora grandi cose e speriamo di poterli veder crescere sempre di più.
7.5