(MDD Records, 2013)
1. Kerkerwelten – Teil 1
2. Gottverreckte Finsternis
3. 01-86 Umbriel
4. Dinner Auf Uranos
5. Mehr Hass
6. Leere
7. Ein Nachmittag Mit Edgar
8. Reprise Dinner Auf Uranos
9. Kerkerwelten – Teil 2
Umbriel è uno dei satelliti di Urano, il più oscuro, come il personaggio che ha ispirato il suo nome, ovvero il folletto della malinconia ne “Il ricciolo rapito” di Alexander Pope. Umbriel (Das Schweigen Zwischen Den Sternen) (Il Silenzio tra le Stelle, NdR) è anche il decimo disco dei Nocte Obducta, band tedesca nata ufficialmente nel 1998.
Al primo ascolto Umbriel pare la colonna sonora dei restanti giorni di un uomo rimasto solo su questo freddo satellite di Urano, così lontano dal calore del sole e da quello dei propri affetti passati. Sembra che gli tornino in mente i ricordi di una vita, quelli belli di quando era bambino contrapposti a quelli carichi di paura e angoscia del presente. E’ buio su Umbriel, le stelle ci sono, fanno luce ma sono lontane. Si sente parlare quest’uomo che contempla la sua oscurità interiore e racconta il suo modo di vedere la vita ciclica e senza senso dell’umanità che noi conosciamo. “Dinner Auf Uranos” credo sia il pezzo che più di tutti rispecchia lo stile dei Nocte Obducta e di questo disco, passa da un’intro black a un momento quasi jazz a qualche contaminazione elettronica, fino a qualcosa che sa di krautrock, per finire con dei riff dal sapore 70es. “Mehr Hass” è forse il brano più strutturato del disco, che corre su una linea a metà tra black e rock psichedelico anni 70 con riffoni che rasentano il doom. “Leere” è invece una bella ballata gelida, probabilmente concepita da Marcel mentre era seduto vicino al fiume Reno o al Meno guardando la pioggia fondersi col terreno.
Sono felice di risentire i Nocte in questo lavoro, mi piace la loro voglia di sperimentare costante e il percorso di crescita musicale che stanno continuando a portare avanti. Per chi ama l’avantgard e il cantato in lingua tedesca, questo sarà sicuramente un disco da mettere sui propri scaffali, pronto da ascoltare in qualche serata piovosa, o al tramonto, in quei momenti in cui ci si sente soli a contemplare l’umanità, proprio come quell’uomo su Umbriel.
7.0