01. Åpenbaring
02. Spring Fra Livet
03. Trepan
04. Bruane Brenn
05. Evig Vandrar
06. Snilepisk
07. Månelyst
08. Nekrokosmos
09. Undertro
10. Tordenbrak
11. Kvelertak
I Kvelertak vengono dalla fredda e lontana Norvegia e portano, scusate il gioco di parole, una ventata di freschezza nella statica e ormai stagnante scena musicale alternative. Attivi dal 2007, hanno fatto del loro sound rock abrasivo ed accattivante un marchio di fabbrica, maturando sempre di più per raggiungere la definitiva consacrazione con questo ultimo lavoro, Meir, uscito ad Aprile in tutto il mondo per Roadrunner Records / Sony Music (e scusate se è poco).
La produzione del disco è affidata all’axeman dei Converge Kurt Ballou, che dietro il mixer dipinge un quadro fatto di chitarre taglienti come lame e batterie groovy come da tanto non si sentiva, il tutto sposato in maniera deliziosa con le linee corrosive di Erland, il frontman della band. I GodCity dello stesso Ballou (già “casa” anche dei nostrani The Secret) sono stati il teatro in cui si è sviluppato questo disco, che si affaccia prepotentemente sul mercato odierno come uno dei lavori più riusciti degli ultimi anni. Dall’intro “Apenbaring”, passando per “Trepan” e il primo singolo “Bruane Brenn”, i nostri disegnano un rock hardcoreggiante che ha le sue radici negli anni 70 di mostri sacri come Black Sabbath e Led Zeppelin e le reinventa unendo a queste influenze l’attitudine di Converge e Trap Them, in un melting pot di suoni che non ha eguali.
La tensione è tenuta sempre altissima grazie a ritornelli melodici mai scontati e sfuriate in pieno stile punk hardcore che strizzano l’occhio a Black Flag e 7Seconds, nel corso di tutto il disco si passa dalla sfrontatezza alla Turbonegro a momenti riflessivi e ricercati. Descritto così il sound dei nostri può sembrare un’accozzaglia di influenze senza capo né coda, se consideriamo anche che in alcuni passaggi di “Snilepsik” si può scorgere anche del black metal, ma vi assicuro che la compattezza e la maestria con la quale i Kvelertak uniscono tutte le loro influenze è incredibilmente convincente. Una demo e due album ufficiali sono bastati per creare intorno a questo progetto un’attenzione immensa in tutto il mondo, e questo la dice lunga sul valore dei Kvelertak, considerando anche la loro provenienza e la loro lingua, sulla quale si basano tutti i testi: un grande aiuto in questo senso è arrivato dal loro instancabile impegno in vari tour, elemento fondamentale per ogni band che ambisca a grandi traguardi.
Che altro dire, probabilmente il loro piglio a tratti catchy, a tratti grind, a primo impatto può sembrare spiazzante, ma se si analizza a fondo la musica di questa band è impossibile non coglierne l’essenzialità e la passione vera di cui è fatta. Promossi a pieni voti.
8.0