(L’Inphantile Collective, 2013)
1. Genesis
2. Reset the Chaos
3. Accordance
4. Electrification
5. Assimilation
6. Our Place
7. Productivity
8. Dubitation
9. Through
Chi ha detto che per fare del buon grindcore basta seguire col paraocchi la strada tracciata qualche decade fa dai vari Napalm Death, Terrorizer, Brutal Truth e compagnia? Sebbene percorrere sentieri già battuti possa portare a lidi sicuri e, tutto sommato, anche a buoni risultati, il power-trio ceco (un batterista, un chitarrista, un cantante) dei Perfecitizen preferisce lanciarsi a capofitto nella pericolosa giungla della sperimentazione e sforna, grazie alla collaborazione de L’Inphantile Collective – una label che i supporters più hard to the core conosceranno, in quanto organizzatrice del ‘mitico’ Fekal Party –, Through, un disco che, fin dal titolo, mostra la sua vocazione attitudinale.
“Through”, in inglese, “attraverso”, rappresenta, infatti, la trasversalità insita negli ingredienti sonori ben cucinati da questi tre signori, capaci di suonarsela alla grande fra tradizione ed innovazione; personaggi, tra l’altro, benché alla prima uscita ufficiale di lunga distanza, tutt’altro che novellini della scena grind mondiale: il poliedrico drummer Jarda Haz ed il cantante Olda Kamenetski, infatti, provengono dai Mincing Fury and the Guttural Clamour of Queer Decay – collettivo grind di culto, che, per quanto marcio e tradizionalista, s’è sempre distinto per una certa personalità e per l’amore per la sperimentazione, osando mettere in contesti goregrind atmosfere post-core, elettronica, corni inglesi e fiati di vario tipo! –, mentre il bravissimo chitarrista Tomas Mleziva è un ex-Alienation Mental – altra goregrind band ceca di culto, capace d’unire a queste sonorità epiche atmosfere black e truci inserti industrial. E’ palese, dunque, che il background e la gavetta dei Nostri abbiano influito non poco nella formazione di questi nuovi Perfecitizen, i quali, però, sono tutt’altro che una semplice fusione fra le sonorità delle due band di provenienza e vanno ben oltre, creando qualcosa di unico, destinato a lasciare il segno. Vogliamo spararla grossa? Miei cari signori grinders, in my humble opinion, Through può candidarsi tranquillamente per essere uno dei dischi più fichi dell’anno.
Tutti quelli che sentono la mancanza dei grandissimi Discordance Axis e delle atmosfere a dir poco irripetibili presenti su The Inalienable Dreamless, tutti quelli per cui “sìsì, il grindcore lo ascolto anche, ma non toglietemi Dazzling Killmen, Don Caballero e Shellac dalla mia heavy rotation”, tutti quelli che, dopo decenni di capolavori alternati a minestre riscaldate, aspettano qualcosa di realmente personale e non connotato da un intrusivo sperimentalismo ad minchiam, o, semplicemente, tutti quelli che ascoltano extreme music a cuore aperto… troveranno nei Perfecitizen di che sfamarsi per un bel po’!
Minato solamente da una produzione che rende, forse, troppo stridenti le chitarre ed enfatizza il rullante rispetto alle altre parti di batteria, Through è decisamente un manifesto musicale che mette in scena tutto ciò che è ‘post-qualcosa’ in formato grind, da parte di chi la lezione di trent’anni d’antimelodia l’ha imparata a menadito: ‘post-mental neo-grindcore’, ironizzano i tre cechi, cercando di definire il proprio sound. Sebbene queste autodefinizioni, undici volte su dieci, si rivelino ciofeche e/o piccole sboronate, in questo caso, sono piuttosto propenso ad uno strappo alla regola e dare il mio plauso ai Nostri: sorrette da un drumming velocissimo, che fa sì incursioni nel blastbeat più efferato e nei gravities più inumani, ma che gioca anche tanto di gusto, fra inserti jazzati, arrangiamenti post-core e sporadici tappeti di doppio pedale à la Morbid Angel; guidate da una chitarra che flirta tanto coi Discordance Axis quanto coi Botch e che si concede gite in territori brutal death metal, che osa mettere arpeggi dal sapore post-rock anche quando il drumming va a 270 bpm, nonché scartavetrate oscure che riecheggiano i Godflesh; narrate da una voce versatile, che agilmente si destreggia fra growls core-oriented, screams folli e radi pig squeals (trademark del grind ceco, d’altronde; n.d.R.), le nove tracce di Through investono chi ascolta senza alcuna pietà… Terminato il disco, non resta che la voglia di rimetterlo nuovamente da capo!
Pezzi come “Genesis” e “Productivity” potrebbero quasi essere ghost tracks di The Inalienable Dreamless senza Jon Chang alla voce; piccoli capolavori come “Electrification” e “Dubitation” spazzano via tre quarti di scena grind, facendo vedere come si possa giocare con il brutal death più tirato di scuola Putridity, arrangiamenti prog e sferzate di casa Dazzling Killmen, pur mantenendo un’attitudine più hardcore che mai. Ma è inutile focalizzarsi su singole tracce: Through è un disco da godersi in toto, quindi… perché state ancora leggendo queste righe? Accattatevìllo!!
PS_Giusto per invogliarvi ancora di più… dal vivo sono totali e non sbagliano un nanosecondo delle loro contorte e storte composizioni: parola di chi li ha visti, restando a bocca aperta, all’ultimo Obscene Extreme Festival.
8.0