Il 5 Settembre 2013, si sono alternati sul palco del Music On Stage Summer Festival di Monselice: The Modern Age Slavery, Wrong Way to Die, Despite Exile, Not Yet Fallen e Labelsteel. Inutile dire che la serata è stata un’esplosione del miglior death-core nostrano e non ci siamo persi l’occasione di fare un’intervista agli headliner.
Requiem for us all, è uscito il 19 Marzo scorso, come sta andando?
Per il momento siamo molto contenti delle recensioni che abbiamo ricevuto, sia in Italia che all’estero. Abbiamo lavorato molto per questo disco, curandolo maniacalmente in ogni piccolo particolare. Vedere un voto alto, belle recensioni e gente che ci scrive per farci I complimenti, ci ripaga in pieno degli sforzi fatti.
Il significato letterale di Requiem for us all è “rito funebre per tutti noi”, è solo questo il significato del titolo?
Requiem for us all è sia il titolo del disco che il titolo dell’opening track.
In verità, l’idea iniziale era quella di chiamare la prima traccia “Requiem for a generation”, in quanto il pezzo descrive “la disillusione di una generazione a cui è stato rubato il futuro”. Questo brano vuole trasmettere l’angoscia dei figli di un’epoca in cui combattere significa soccombere, nonché lo sgomento di un popolo di giovani che ancora si chiede cosa davvero gli sia stato concesso e cosa gli sia stato semplicemente negato.
L’idea di dare a “requiem” un’estensione più globale è stata di Sym, che di getto ha proposto “Requiem for us all”.
Direi che è stato uno di quei rari momenti in cui siamo riusciti ad unire la musicalità del titolo al concetto che volevamo trasmettere. Da li, la decisione del titolo dell’album.
Avete fatto da spalla a Suffocation, Sepultura e molti altri, come ci si sente a condividere il palco con questi musicisti e avete ricordi particolari?
Quando arrivi a suonare sullo stesso palco di band così importanti o addirittura con i tuoi idoli di sempre, bhé è una sensazione fantastica, un sogno che si realizza. Nel 2009, ad esempio, il nostro tour con Malevolent Creation e Vomitory si univa a quello dei Cannibal Corpse per due festival, puoi immaginare come ci sentivamo a dividere tutto con loro, dai camerini alla cena. Abbiamo sempre incontrato persone fantastiche e molto tranquille, talvolta quelli che se la tirano sono quelli molto meno famosi. Fisher, per dire, all’apertura dei cancelli era in mezzo alla gente a chiacchierare.
Vi siete formati nel 2007, da quale background musicale arrivate e a quali band vi ispirate?
“All’interno della band si ascolta di tutto, quindi le influenze sono varie e numerose. Il movimento a cui tutti siamo legati però è sicuramente il death metal americano anni ’90: band quali Suffocation, Cannibal Corpse, Obituary, Morbid Angel sono la fonte di ispirazione, ma strizziamo l’occhio anche a band più moderne, come ad esempio Decapitated, Origin, Black Dhaila murder e Aborted. Quello che ci piace di queste band, oltre chiaramente al sound, è la loro attitudine brutale e genuina, che negli anni non è mai cambiata e che anche attualmente fa ancora scuola alla nuove generazioni. Penso che sia difficile suonare musica estrema se non si ha nel proprio background musicale questi gruppi”.
Avete fatto da spalla anche ai Suicide Silence che hanno perso il loro cantante Mitch Lucker ormai un anno fa, che ricordo hai di lui?
Quando abbiamo saputo della scomparsa ci siamo rimasti male, un ragazzo giovane all’apice della sua carriera. Noi abbiamo avuto la fortuna di conoscerlo perchè abbiamo condiviso il palco circa un mese prima. Quando saliva sul palco Mitch, non ce n’era per nessuno, l’attenzione era catalizzata su di lui, era un personaggio di grande talento, un cantante veramente bravo e carismatico, ci è dispiaciuto molto quando abbiamo letto della sua scomparsa, è stato come aver conosciuto il Kurt Cobain del death-core.
The Modern Age Slavery cosa significa?
La schiavitù dell’età moderna, gente che è succube dalla tecnologia e dei media. Certo internet è un mezzo utilissimo per la promozione e per lavorare basti pensare che con un semplice click si arriva ovunque ma se non c’è equilibrio diventa dipendenza. E il problema grosso è la libertà che giorno dopo giorno ci viene tolta perché non siamo davvero liberi di pensare indipendentemente.
Quali sono i vostri progetti per il prossimo futuro?
Suonare ovunque e il più possible che ritengo sia ancora il miglior modo per promuovere la tua musica. Ci piacerebbe molto partecipare ad un bel tour negli USA dove abbiamo diversi supporter e dove sono sicuro che molti si divertirebbero a sentirci dal vivo. Nell’immediato voglio segnalare la data del 25 Settembre dove faremo da supporto agli Hatesphere e Hypocrisy al mitico Circolo Colony di Brescia che ne ha viste di ogni tipo nell’ultimo periodo, locale sicuramente da supportare!
Vuoi dire qualcosa ai lettori di Grind on the road?
“Vi ringraziamo per l’intervista e per averci concesso e continuate a supportare la scena italiana che è formata da ottime band! Vi aspettiamo numerosi sotto al palco per spaccarvi le ossa! A presto, Stay metal!!”.