(New Standard Elite, 2013)
1. Portal Of Infinite Perpetuation
2. Impuissant Suppression
3. Origin Of Abhorrence
4. Torturous Preminitions
5. Profits Of Disease
6. Isolated Defilement
7. Manifestation
8. Idiosyncratic Fallacy
9. The Dawning
10. Viral Eradication
Gli Abhorration, dopo il loro debutto del 2012 con l’EP Infatuation With The Accursed Enmity, erano decisamente attesi al varco per accertarsi che continuassero sull’ottima strada intrapresa; eccoli quindi rilasciare nel giugno del 2013 il loro primo full-length.
L’album è composto da sette brani inediti più i tre che componevano il precedente EP; inutile dire che l’attenzione ricade maggiormente sulle nuove tracce e ad una prima analisi si può dire che il risultato può considerarsi buono, ma non perfetto. Senza alcun dubbio, come già constatato ai tempi di Infatuation With The Accursed Enmity, agli Abhorration non mancano le capacità: lo si può notare dalla più che discreta cura della composizione, che cura molto bene sia i pattern più veloci e tecnici sia le ritmiche dimezzate e pachidermiche tipiche dello slamming. Tuttavia, le due più grandi pecche di quest’album sono sicuramente la produzione e la scelta di un sound troppo finto e per niente corposo, che non rende del tutto merito a ciò che la band vuole proporre. In particolar modo questa critica interessa le chitarre, che in certi momenti sembrano veramente dei giocattoli. Tralasciando ciò Abhorration è un album più che discreto, nel quale sono presenti tracce molto valide, come “Origin Of Abhorrence”, “Isolated Defilement” e “Manifestation”, ma anche le altre non sfigurano, regalando alcuni spunti interessanti, senza però rimanere eccessivamente impresse. Da evidenziare l’ottima performance vocale di Robbe Kok, rinomatissimo vocalist di Disavowed, Arsebreed e Synesis Absortion, che completa e perfeziona ogni brano con delle linee vocali perfettamente incastonate.
In conclusione, si può dire che con questa prima vera fatica gli Abhorration abbiano ottenuto un buon risultato, sebbene la loro qualità sia stata indebolita da un sound troppo artificiale, che non permette loro di elevarsi sopra la media delle uscite di questo tipo. Forse ci si aspettava qualcosa in più dopo un così tanto promettente inizio, ma di certo non possiamo disprezzare nel complesso il lavoro che ci hanno consegnato.
6.5