Serata ricca di imprevisti, corse, vecchi amici ritrovati, e di gran buona musica, come sempre! Questa notte al CalaLuna di Lido degli Estensi (FE) se aveste voluto qualcosa di diverso dal solito, qualcosa di più “intimo”, sarebbe stata la vostra serata!
El Karmaso + Hopeless
CalaLuna, Lido degli Estensi (FE)
02 / 11 / 2013
Gli Hopeless sono una band “casinista” di Comacchio, che suona un rock/nu metal estremamente caotico e incazzato, a tratti parecchio pesante, a tratti più leggero, ma la vera attrazione della serata sono gli ecuadoriani-bolognesi El Karmaso. La band é composta da sei membri, cioè Amadeus Galiano (chitarra ritmica 7-string e voce), la bellissima Emilia Moncayo (voce e growls), Filippo Brandimarte (batteria), Alberto Motolese (basso), Renè Delacroix (scratch, sampling, keyboard) e Francesco Giovanetti (chitarra). In brevissimo, i cantanti sono ecuadoriani in Italia da vari anni, mentre il resto della band è locale, di Bologna. Il sound della band è impossibile da definire, loro si definiscono Tropical Metal band, ma grazie alle prodezze di Renè riescono a creare tinte tra rap e r’n’b, e coi riff ora estremamente nu metal/crossover , ora più reaggaetone di Amadeus si ha un riequilibrio complessivo che porta il gruppo a somigliare ai RATM con sfumature variegate dettate dalla voce calda e sensualissima di Emilia (che al tempo giusto riesce a gestire un growl impressionante) che quasi sempre si attorciglia a quella di Amadeus per duetti in stile hip-hop.
Arrivo al locale che gli Hopeless sono all’ultima canzone, e tra una cosa e l’altra incontro per caso la stupenda Emilia in un cappotto nero da marinaio (in stile Ahab). Mi dice che ha la voce un po’ bassa da qualche giorno e che il bassista, purtroppo, questa sera non c’è. Il cambio strumenti e sound-check durano dieci minuti scarsi e la band è pronta a farci ballare tutti.
“Todo El Mundo Se Hace Punk” (trad.: “fanno tutti punk”) – La band parte senza Emilia che é fianco a me, in piedi, con un velo multicolore in testa fin sul viso, quasi in rituale, per poi ricongiungersi ai membri e cominciare effettivamente tutti insieme.
“Martello” – Pezzo à la RATM molto ritmato, con doppio cantato in botta-e-risposta tipico dei Karmaso; i cambi di tempo quasi non si contano, e comunque é impossibile non ballarla.
“Cuaxes” – Qui Filippo legna pesante, poi arriva Amadeus con un riff straordinario, a metà pezzo, che infuoca il locale.
“180 bpm” – Non ce n’é per nessuno: chi conosce questo pezzo sa che é estremamente ritmato e, di nuovo, ballare é d’obbligo.
“El Alrededor” – Contrariamente al pezzo originale Amadeus comincia con un wah-wah, mentre Emilia ha qualche problema con il megafono, ma é poco e niente visto che in breve passa ad un growl violento (nonostante la voce bassa!); segue un lungo assolo di qualche minuto e continua il massacro.
“Bossa’n’Bass” – Pezzo estremamente funky, molto caldo, cantatissimo alla solita maniera quasi hip-hop targata Karmaso
“La Sala De Estar” (trad.: “il soggiorno”) – “un’altra canzone romantica, ragazzi, e qui Filippo Brandimarte si immedesima in un intricato tempo di batteria mentre il duo-cantato riempie le note del pezzo.
“Micky Progressive” – Il titolo dice tutto: pezzo progressive / rap metal al massimo, con solito stile hip-hop e finale in growl.
“Bronca!” – O meglio “La Marcha De La Bronca” (trad. lett.: “Il progresso della rabbia”)… e sotto la Bronca non ce n’é per nessuno davvero! Non é un pezzo troppo pesante ma é estremamente ritmato, con un ritornello ripetuto all’infinito, prima con quella voce sensuale, poi con quel “maledetto” growl che alla fine ti entra nel cervello. Una nota: la versione live é MOLTO più potente di quella originale: “ho visto gente spingersi da una parte all’altra della stanza”, diranno i posteri. Sarebbe senza problemi un pezzo da singolo!
“Despierta!” (trad.: “sveglia”) – pezzo convulso, nervoso, energico, in cui si alternano Emilia e Amadeus in clean voice e gutural growl
“Bulls On Parade” (RATM cover) – I Metallica senza il medley di Kill-Ride-MOP non sarebbero i Metallica, i Motorhead senza “Ace of Spades” ad ogni concerto non sarebbero i Motorhead, i Queen senza l’inno dell’Inghilterra al termine di ogni concerto della loro carriera non sarebbero stati i Queen che conosciamo… e così i Karmaso senza una cover dei RATM non sarebbero gli El Karmaso! Ogni tanto é “Bulls On Parade”, altre volte é “Killing In The Name”, altre ancora “Wake Up”.
A fine serata mi ricordo di chiedere ad Emilia il significato di “el karmaso“: me ne da una spiegazione ampia e dettagliata che in soldoni è riassumibile come una punizione karmica, la divina risposta ad un’azione negativa.
Una grande band, composta da ragazzi simpatici e di talento, capaci di suonare canzoni veramente movimentate e che prendono, e per me é stato un piacere averli sentiti per la seconda volta in pochi mesi e un “onore” averci pure fatto conversazione. Un consiglio per tutti: vederli dal vivo é un’esperienza da non perdere.