(The Path Less Traveled Records, 2013)
1. Tri Tváre
2. Tři Závěti
3. Carnassial
4. Secrets in the Soil
5. Pride in Descent
6. Chest of Light
7. Clandestine Fractures
8. A Perfect Suicide
9. His Crimson Painting
10. …of All Eyes
Patrons of the Rotting Gate è una one man band project di Belfast formatosi in tempi recentissimi e, senza tergiversare a lungo, ha dato immediatamente alle stampe, alla fine del 2013, il proprio debutto battezzandolo con il nome di The Rose Coil.
Definire la creatura di Andrew Ross Millar, non è affatto semplice: sostanzialmente si tratta di un black metal moderno con contaminazioni che vanno dal death allo sludge passando per il progressive. Il tutto però è svolto con una chiarissima attitudine post metal che al giorno d’oggi da sempre quel sentore di nuovo ed innovativo. Nomi noti ai quale potrebbero essere accostati sono per i esempio i francesi Celeste, Deathspell Omega o anche gli inglesi Anaal Nathrakh. Sin dai primi momenti è chiaro che dal punto di vista della produzione, dell’esecuzione e della composizione Andrew Ross Millar e Adam Irwin (chitarrista sessionista sul disco) non hanno nulla da invidiare ai più blasonati nomi del genere. Sulla carta questo è un album che pare non aver difetti. Tuttavia siamo di fronte ad un’opera musicale, non ad un’equazione matematica, quindi la valutazione non può basarsi su criteri puramente analitici, ma deve propendere per forza di cose verso aspetti maggiormente emozionali ed è proprio da questo punto di vista che Patrons of the Rotting Gate appare carente a tratti. Questo debutto, pur essendo valido, è freddo e distaccato, scorre piacevolmente ma non coinvolge l’ascoltatore, è purtroppo carente in quegli aspetti, quasi impalpabili, che fanno di un buon album un grande album.
Si tratta di un debutto indubbiamente interessante, consigliato ai curiosi e a tutti gli amanti del genere. Io personalmente rimango in attesa di un nuovo lavoro che li porti verso lidi più alti, poiché le potenzialità ci sono, questo è fuori di dubbio.
7.5