(InsideOut Music, 2014)
Disc 1: Sky Blue (Devin Townsend Project)
01.Rejoice
02.Fallout
03.Midnight Sun
04.A New Reign
05.Universal Flame
06.Warrior
07.Sky Blue
08.Silent Militia
09.Rain City
10.Forever
11.Before We Die
12.The Ones Who Love
Disc 2: Dark Matters (Devin Townsend)
01.Z²
02.From Sleep Awake
03.Ziltoidian Empire
04.War Princess
05.Deathray
06.March of the Poozers
07.Wandering Eye
08.Earth
09.Ziltoid Goes Home
10.Through the Wormhole
11.Dimension Z
Nel lontano 2007 uscì Ziltoid: The Omniscent riscuotendo un notevole successo. I primi rumors di un suo possibile successore uscirono qualche anno dopo, nel 2009. L’ideatore di questa storia, tanto assurda quanto meravigliosa, è il canadese più pazzo del mondo: Devin Townsend. In questi anni di attesa HevyDey ci ha deliziato con alcuni album di notevole caratura tecnica e compositiva, su tutti Ki, Addicted! ed Epicloud, ma finalmente l’attesa è finita. Ovviamente il Nostro amato canadese non poteva comporre qualcosa di semplice o di facile ascolto: questo Z² è un doppio disco caratterizzato da due cd ben distinti, Sky Blue e Dark Matters: il primo è da considerarsi più come un album solista, e tra le altre cose viene rinnovata anche la collaborazione con la bella olandese Anneke Van Giersbergen, con la quale Devin aveva già collaborato in Addicted! ed Epicloud, mentre il secondo è incentrato sull’extraterrestre Ziltoid. Oltre che nei contenuti della storia questi due album sono molto diversi anche dal punto di vista stilistico. Da segnalare che per la creazione di questo Z² hanno potuto contribuire anche i fan registrando un coro, così formando lo “Universal Choir”: un’ottima trovata per rendere ancora più unico questo lavoro e coinvolgere i fan rendendoli partecipi di un progetto molto ambizioso.
Già solamente uno dei due dischi sarebbe più che sufficiente vista la piacevolezza dell’ascolto: il songwriting è come sempre di altissimo livello ed è incredibile il parallelismo tra epicità e pesantezza che vanno perfettamente a braccetto. Ma andiamo con ordine partendo dal primo disco: Sky Blue. Questa prima parte, che si deve considerarla come un’opera del Devin Townsend Project, rimane abbastanza fedele come genere ai precedenti Addicted ed Epicloud e il disco spazia tra rock, “lirica” e metal con una facilità disarmante. Anneke Van Giersbergen, con la sua voce intensa, è sempre in gran forma e crea un duo affiatato con Devin Townsend, anzi è lei la voce principale di quest’opera. “Rejoice” è il tipico pezzo d’apertura carico di groove che mette su di giri l’ascoltatore. Tutto questo viene però letteralmente spazzato via da “Fallout”, pezzo semplicemente stupendo che fa venire i brividi per la carica emotiva delle chitarre e dell’atmosfera quasi epica.
Dopo circa cinquantasei minuti di ottima musica auto-celebrativa si passa al secondo disco, Dark Matters, che riprende le vicende del dispettoso Ziltoid sempre voglioso di un bel caffè nero. I protagonisti di questa bizzarra storia sono carismatici e con una fortissima personalità: Captain Spectacular, interpretato da Chris Jericho; War Princess, interpretata da Dominique Lenore Persi; Ziltoid, infine, interpretato dallo stesso Devin ovviamente. Come nel precedente lavoro di questa saga, la presenza narrativa ovviamente ha un ruolo chiave. Più che ascoltare un disco sembra di vedere un vero e proprio film musical. La trama è di alto livello ed è concettualmente superiore alla prima storia dell’alieno, i dialoghi tra i personaggi sono spiritosi e coinvolgenti. Per chi volesse è disponibile anche una versione priva dei monologhi dei personaggi e degli interventi narratore, ma senza di essi si perde una gran parte della magia di questa release. Tutta la struttura dell’opera sembra essere studiata ancora più nel dettaglio, niente è lasciato al caso (anche le inaspettate flatulenze qua e là!). Una delle canzoni più intriganti è sicuramente “Deathray”, che ha ispirato anche un lyric video molto bello e divertente. La title-track “Z² ” è soffusa e suggestiva, come anche “Before We Die” e “Warrior”. “Ziltoid Goes Home” si pone in antitesi a questi brani, è infatti il pezzo più “pacchiano” e violento dell’intera fatica, molto estremo e carico di rabbia, ma in generale la verve ironica e a volte satirica del maestro Townsend è genuina e azzeccata come sempre.
Che altro dire di questo lavoro? Un disco entusiasmante, tutto risulta azzeccato, dall’arrangiamento alla produzione per finire ovviamente alla sapiente bravura compositiva; sicuramente sarà considerato uno dei dischi più belli di questo prolifico 2014. Naturalmente, To Be Continued…
8.0