1) Intro
2) Silent Pictures
3) Coming Down from Outer Space
4) Laser Headlights
5) Red River
6) Infinite Skies
7) Center of Everywhere
8) Outro
Psichedelia, riti occulti e senso d’abbandono. Potremmo riassumere cosi il nuovo lavoro dei californiani Acid King, attivi dal 1993, che dopo circa nove anni di silenzio tornano con Middle Of Nowhere, Center Of Everywhere.
Le chitarre ipnotizzano e ammaliano con le loro metriche molto lente e con i loro pungenti e friggenti assoli. La batteria incalzante detta i tempi della lunga marcia, e la splendida e lamentevole voce di Lori S., davvero unica, lascia dentro all’ascoltatore miraggi sonori ed esoteriche sensazioni, le stesse sensazioni che negli anni Novanta ci hanno saputo donare i Kyuss e i Monster Magnet. E sono proprio pezzi solenni e reali come “Silent Pictours”, “Coming Down From Outer Space”, “Lazers Headlights” o “Infinite Skies” a portarci dritti dritti nelle sonorità tanto care a Garcia & Co. facendolo in maniera meno sabbiosa della band stoner per eccellenza, ma più acida , drogata e sedata: non a caso il nome Acid King deriva dalla figura di Ricky Kasso, che era uno spacciatore omicida la cui storia è raccontata nel libro Say You Love Satan. A volte gli Acid King ricordano i pesi massimi Sleep mentre per alcune cose friggenti e distorte vengono subito in mente anche degli Electric Wizard con volumi più bassi e meno distorti. Ovviamente tutto quel che si muove qui dentro ha radici profonde nei Black Sabbath (si veda l’inizio di “Center Of Everywhere”) e nel Saint Vitus sound, oltre che nel rock psichedelico in generale.
L’album cresce ascolto dopo ascolto, lo stoner / doom di cui è composto entra subito in circolo, impostato com’è sulla affermata ed evidente volontà di suonare bene, stando lontano dalle mode e dall’ abitudine, tanto in voga ultimamente, di limitarsi a quei due riff ripetuti oltre dieci minuti. In questo caso gli Acid King ci ipnotizzano e ci conducono sulla riva di un fiume ad aspettare il proprio nemico, con tanta intelligenza e calma, cercando di fare in modo che questo vecchio proverbio diventi attendibile e veritiero.
Grazie, Acid King, per essere tornati a puntare i vostri fari nelle buie, a volte noiose ed affollate strade dello stoner/doom, un labirinto nel quale avevamo un po’ perso la via giusta: pensavamo di aver definitivamente perso la retta via, quella strada che conduce nei luoghi desertici dove risiedono i veri sciamani.
8.5