(Thrill Jockey Records,2015)
1. Her Strongholds Unvanquishable
2. The Devils Of Truth Steal The Souls Of The Free
3. Terrible Lie
4. Beyond The Realms Of Dream, That Fleeting Shade Under The Corpus Of Vanity
5. He Returns To The Place Of Her Iniquity
6. Lurking Fear
Non fa in tempo a passare neanche un anno da quel piacevolissimo disco che risponde al nome di Heathen che i Thou da Baton Rouge ritornano sulle scene con un progetto condiviso insieme ad un’altra entità peculiare del panorama sludge, i The Body. L’anno scorso le collaborazioni che abbiamo incrociato sul nostro cammino hanno lasciato soddisfazioni tali da poter evitare di partire prevenuti, e in ogni caso è subito evidente quanto queste due entità siano riuscite nell’intento di unirsi in una chimera sorprendente ed assolutamente fuori dai loro consueti schemi, lasciandoci basiti (non ci bastassero già solo gli alienanti titoli delle tracce).
Quanti abbiano avuto esperienza dei lavori precedenti di queste due formazioni americane capiranno bene che sarebbe stato lecito aspettarsi suoni catacombali, sofferenza e dolore spillati attraverso marce lenti e sognanti… e invece la fervida immaginazione e l’indubbio talento artistico dei due gruppi ci regalano un’autentica chicca di terrorismo sonoro a cavallo tra cacofonia e deliri schizofrenici. Le consuete coordinate sonore sono sconvolte in favore della rappresentazione di un inferno in terra, un immaginario che sarebbe appropriato per rivestire le atmosfere di opere quali Hellraiser o Silent Hill. Sfidiamo poi a non rimanere sorpresi dalla eruzione di violenza e follia scaturita da ritmi monolitici sludge, voci alterate al limite delle umane possibilità (qualche accenno alla Nattramn presente qua e là), motivi industrial con un forte imbastardimento noise e un sapiente utilizzo di frequenze atte a disorientare e disturbare il più possibile. La creatura che ne esce fuori si chiama You, Whom I Have Always Hated ed osservando la copertina non si può non rimanere “disturbati”: l’ossimoro propinatoci dall’unione di tali opposti ben si concilia col senso di straniamento che questa collaborazione è in grado di instillare nell’ascoltatore durante un approccio prolungato al disco. L’unica pecca di questo lavoro, se proprio vogliamo trovarne una, è la sua incapacità di rendere decentemente la proposta se ascoltata in cuffia: armatevi dunque di volumi adeguati ed altoparlanti decenti.
Tirando le somme ci troviamo tra le mani una collaborazione che ha soprattutto il pregio di sorprendere e rispolverare una formula indubbiamente già sentita ma godibile e ben fatta. Il disturbo sonoro viene qui reso vivo e palpabile come mai prima d’ora questi artisti si erano concessi il lusso di fare, fornendo per l’ennesima volta la prova che spesso velocità e ritmi da cardiopalma risultino sopravvalutati. E dopo un tale massacro spegniamo volentieri lo stereo, per riposarci e cercare di dimenticare gli orrori indicibili evocati dalle due formazioni; sconvolti, messi alla prova fino allo stremo ma soddisfatti. Bravi Thou & The Body.
8.0