(Absurd Creature, 2011)
1. Winternight;
2. Abyss Of Throats
I Gottesmorder sono un terzetto originario di Pisa costituito da personaggi più o meno noti nell’underground italiano: Michele, qui in veste di cantante e chitarrista, suona anche nei Magdalene, Matteo si occupa a tempo pieno della NoJoy Records, mentre Nicola è stato parte dei Violent Breakfast, mentre ora rientra anche nei Chambers. Lentamente i nostri hanno iniziato a districarsi fra le miriadi di bands nostrane proponendo un valido misto di black metal, post core (e rock anche, direi) con un pizzico di doom, riuscendo a suonare dal vivo con progetti di tutto rispetto quali Liturgy, Death Of Anna Karina, The Secret e, prossimamente, con gli Altar Of Plagues.
Dopo aver partecipato a inizio anno alla Tokyo Jupiter Compilation II, i Gottesmorder si sono messi al lavoro per dare alla luce un’uscita in formato vinilico, uscita prodotta dalla Absurd Creature Records con uno splendido artwork di Mories (leader, fra gli altri, di Gnaw Their Tongues, Aderlating e il nuovo progetto Seirom, di cui vi è una recensione in queste pagine) e il mastering di Lorenzo Stecconi che ha già lavorato con Ufomammut, Lento e Dälek. Parlando dell’ep, si può chiaramente percepire sin dalle note iniziali di “Winternight” come i Wolves In The Throne Room di Two Hunters siano un’ispirazione per il trio toscano, con giri di chitarra vagamente affini al post rock e avvolgenti al massimo. Punto di forza di questa traccia sono sicuramente le accelerazioni, in cui l’eco dei gruppi della recente scena “cascadian” si fanno più sentire, per sfociare in un finale in ballo fra un rallentamento vicino al doom e ai già citati Altar Of Plagues e una velocizzazione davvero inaspettata e travolgente. “Abyss Of Throats” sembra riprendere invece il discorso interrotto dalla prima canzone, proponendo inizialmente riffs lenti, dal sapore sludge (in cui spicca il cantato di Lee Baughin, cantante dei Ghost Empire) con incursioni in territori vicini agli Isis, aprendosi però nuovamente verso strutture care ai gruppi evidenziati in precedenza, riuscendo però a mantenere alta l’attenzione e il livello di coinvolgimento di chi ascolta. Un paio di piccoli difetti però ci sono: forse i ragazzi hanno puntato un po’ troppo in alto nella produzione, in generale l’ep risulta molto pulito a livello di suoni, quasi a voler esaltare più la parte post rock che quella black metal (in versione live, invece, quest’ultima componente, assieme a quella più doom, prende il sopravvento) ma, oltre a ciò, manca un po’ l’istintività e l’irrazionalità che questo genere richiede; per il resto risulta molto coraggioso l’utilizzo della voce in stile quasi growl, seppur molto sporco, che dà un tocco di originalità al tutto pur risultando abbastanza monotona e piatta in alcuni passaggi.
Nonostante queste due critiche rimane un ottimo esordio che raggiunge il suo apice nelle giornate piovose o più autunnali e nell’ascolto in formato vinilico, in cui emerge ancora di più il lavoro di atmosfera che sta dietro la struttura delle canzoni. Sperando in un approccio più diretto, i Gottesmorder vengono comunque promossi senza alcun dubbio.
7.0