In un 10 giugno particolarmente caldo e afoso in quel di Bologna si esibiscono per la prima data del loro nuovo tour i Mastodon, una band che non ha bisogno di alcuna presentazione. Si tratta certamente di un’occasione molto succulenta per tutti i fan, visto che è l’unica data italiana: per questo onestamente ci saremmo aspettati una risposta migliore da parte del pubblico nostrano. Invece metà Estragon è chiuso dalle transenne e di conseguenza vuoto. Peccato: chi non è venuto, forse scoraggiato dal caldo o, più probabilmente, dal prezzo del biglietto, si è perso un signor concerto.
MASTODON
Estragon Club, Bologna
10 / 06 / 2015
La band di Atlanta inizia il suo show puntualissima alle 22 ma il variegato pubblico dell’Estragon sembra subito pronto per lo show. La carica e la grinta della band è palpabile: i Mastodon tengono il palco con maestria e carisma coinvolgendo tutti i fan presenti, dialogando poco col pubblico, preferendo piuttosto far parlare la propria musica. La scaletta pesca a piene mani dall’ultimo Once More ‘Round The Sun ma include anche brani presenti sui dischi più datati, dal mitico Leviathan in poi. I brani che più hanno infuocato il club bolognese sono stati “Aqua Dementia”, “Crystal Skull”, “The Motherload”, “Megalodon” e “Oblivion”, nel corso dei quali il pubblico si è lasciato trasportare dalle note psichedeliche e dall’atmosfera acida del gruppo. L’esecuzione, manco a dirlo, è praticamente perfetta: i quattro dal vivo creano un monolitico muro sonoro che spazza via tutto e tutti. Inizialmente eravamo un po’scettici sul comparto vocale, soprattutto per le ben note difficoltà di Brent Hinds: il ragazzone ci ha messo un po’ a scaldarsi (all’inizio sembrava che si stesse letteralmente strozzando) ma fortunatamente dopo qualche brano è riuscito a raggiungere livelli apprezzabili, regalando complessivamente un’eccellente performance, soprattutto dal punto di vista chitarristico, con assoli molto fedeli a quelli eseguiti negli album. Siamo rimasti invece davvero sorpresi dalla bravura del batterista Brann Dailor, che si rivela essere il miglior cantante della band: la sua voce pulita è nettamente migliore di quella di Troy Sanders. Ovviamente, mentre canta, Dailor continua imperterrito a battere come un dannato sulle pelli, mantenendo tempi dispari e controtempi pazzeschi. Una macchina da guerra.
Insomma, senza girarci troppo intorno i Mastodon si confermano un band di altissimo livello. Suonano insieme da più di quindici anni ormai e tra di loro c’è una chimica perfetta che li rende unici: loro di questo sono consapevoli e un po’ “si atteggiano” da rockstars, è evidente. Ma hanno buoni motivi per farlo: tra i tanti “nomi nuovi” del metal moderno, la band di Atlanta è probabilmente una delle maggiori candidate a raccogliere l’eredità, nei cuori degli appassionati, dei “padri fondatori”. Il concerto di stasera, per professionalità e convinzione nei propri mezzi ostentata dai quattro, ci ha confermato questa sensazione. Tanto che, alla fine di quasi un’ora e mezza di concerto, all’uscita gli unici motivi per lamentarsi sono stati la mancanza di bis e di un cavallo da battaglia come “Blood And Thunder”. Quel che si dice “lamentarsi del brodo grasso”.