(Autoproduzione, 2010)
1. Empire
2. A New Aurora
3. My Hands Will Burn First
4. Ascending
5. Glances (Part I)
6. Glances (Part II)
7. Marasm
8. Nichòlas
9. Infinite Sunsets Of The Sleepless Man
10. The Traitor’s March
La bravura degli Amia Venera Landscape non è certo una sopresa per noi di Grind On The Road, che li abbiamo più volte elogiati in alcuni report che trovate nel nostro archivio. E’ con grande curiosità dunque che ci accostiamo all’ascolto del loro debut album, questo The Long Procession, disco affascinante fin dalla copertina, costituito da dieci brani, compresi i tre dell’ep del 2008, che non stonano affatto nel panorama dell’album, a dimostrare quanto il post-hardcore dei veneti fosse maturo ed evoluto già due anni fa.
Bisogna dare atto a questi sei ragazzi che per questo esordio sulla lunga distanza abbiano voluto rischiare, evolversi, maturare. Di fatto, le nuove composizioni partono dalle basi che gli AVL avevano gettato nell’ep con “Nichòlas”, un brano da 8 minuti in cui convivevano le ritmiche post-hardcore più “core” che “post”, tra vocals urlate e interventi molto melodici, e lunghi intermezzi strumentali. Certo, questa scelta allunga di molto la durata dell’album, e questo per qualcuno può essere il primo difetto imputabile a The Long Procession, ma come biasimare un gruppo che decide di intraprendere la difficile strada dell’elaboratezza piuttosto che quella della semplicità, anche quando è bravissimo a comporre pezzi che potenzialmente avrebbero potuto sfondare nell’ormai morente scena “metalcore”?
C’è da dire a tal proposito che, ascoltando l’album, ci si rende conto di quanto ingiustamente nel tempo questi ragazzi siano stati infilati nel calderone dei gruppi italiani metalcore, quando in realtà si sono sempre distinti dalla massa anche per i loro ascolti. Il primo pezzo, “Empire”, parte fortissimo, e, se è esagerato parlare di influenze mathcore provenienti dai Dillinger Escape Plan, quantomeno si può pensare ad un gruppo geniale e trasversale come i Knut; in certi momenti invece, ad esempio nella seguente “A New Aurora”, o nei pezzi tratti dall’ep, ci si può ricordare di quell’indefinibile “metalcore evoluto che però non è post-core” proprio degli ultimi Misery Signals. Ma il pezzo che davvero lascia intravedere la grande bravura degli Amia è “Marasm”, che, se volete in maniera talvolta troppo “sconnessa” ma efficace, ci mostra una band con il coraggio di comporre un pezzo di quattordici minuti senza la minima intenzione di rivaleggiare con mostri sacri del post metal come i Neurosis (in quanti sono caduti tentando questa impresa!). “Marasm” ci mostra tutte le diverse anime della band: il lato più brutale e aggressivo, l’abilità nel comporre splendide “suites” strumentali molto atmosferiche, e, nel finale, di toccare il cuore con melodie eteree.
Vi apparirà chiara la difficoltà del vostro redattore nel definire con termini limitanti i principali caratteri della musica di questa ottima band, capace di giocarsi alla grande le proprie carte prendendo molto spesso alla sprovvista l’ascoltatore. La camaleontica natura dei loro pezzi sarà capace di catturarvi, e, se anche a volte corrono il rischio di diventare ripetitivi, al giorno d’oggi nel loro genere ci sono pochi gruppi, nel nostro Paese in particolare, bravi come loro a creare atmosfere cangianti e multicolori, a rapire la mente in vortici emozionali di rara potenza, a comunicare sentimenti all’ascoltatore con un tanto potente alternarsi di voci sofferenti o malinconiche. Basterà utilizzare con maggiore raziocinio i lampi di genio che costantemente appaiono qua e là in questo disco, continuando per la strada intrapresa (magari insistendo sulla creazione di affreschi variopinti come “Marasm”), e tra qualche anno potremo parlare non di un ottimo album, ma di un capolavoro.
Se avete amato, e ancora state amando, le atmosfere inventate dai Rosetta nel loro capolavoro di quest’anno, sappiate che quell’A Determinism Of Morality potrebbe avere un ottimo compagno. Date una grossa opportunità a The Long Procession. Il vostro inverno sarà meno grigio.
8.0