(Prophecy Productions, 2012)
1. Linceul d’Hiver
2. La Traversée
3. Le Mouvement Perpétuele
4. Ariettes Oubliées I: Je Devine à Traverse Un Murmure…
5. La Nuit Muerte
6. Au Creux de l’Hiver
7. Après l’Ombre
8. Les Regrets
Ma allora, a questo punto, ridateci gli Amesoeurs. Questa è una delle prima cose che possono venire in mente ascoltando il nuovo album dei Les Discrets, progetto del francese Fursy Teyssier, che, oltre a suonare (solo nei live shows) con gli Alcest di Neige, fu insieme a quest’ultimo la mente dietro alla band citata in apertura, che però fece uscire un solo full-length per poi sciogliersi, mentre la band principale di Neige cominciava a farsi conoscere col magnifico Souvenirs D’Un Autre Monde. Teyssier però, nel 2010, giustificò l’allontanamento artistico da Neige col debutto dei suoi Les Discrets, Septembre Et Ses Dernières Pensèes, notevole parto musicale di una mente che sembrava poter essere anche più sorprendente dell’ex compagno negli Amesoeurs. Quel disco ci aveva stupito e conquistato per il suo sapore dolcemente folk, i suoi riferimenti solo accennati al metal e il suo spiccato piglio shoegaze: tutte qualità che avevamo apprezzato nel debutto degli Alcest, ma Septembre…, pur piazzandosi un gradino sotto, ci aveva lasciato intravedere potenzialità anche maggiori.
Spiace quindi trovarsi a scrivere che il secondo disco targato Les Discrets, Ariettes Oubliées, sia in parte una delusione. Non vogliamo dire assolutamente che Teyssier si sia “accontentato” o che abbia fatto scelte poco genuine, ma riteniamo che abbia dato una direzione alla sua musica che fa sembrare questo disco molto meno ispirato del debutto, per quanto si parli di un buon lavoro che non annoia e che regala comunque qualche buono spunto… Peccato però che, a volte, sembra che i Les Discrets gli spunti li abbiano presi un po’ troppo dai “cugini” Alcest! Provate ad ascoltare “Au Creux de l’Hiver” ad esempio, e difficilmente non vi verrà da pensare a Les Voyages De L’Âme.
In generale, il problema è che l’impronta maggiormente post-rock e “black-shoegaze” (ci rifiutiamo, finché possiamo, di utilizzare la parola “blackgaze”) non si addice troppo alle doti compositive e alle corde vocali di Fursy Teyssier. In Ariettes Oubliées… mancano le cavalcate folk semi-acustiche che caratterizzavano un brano come “L’Echappée”, le alternanze vocali tra il frontman e Audrey Hadorn (dov’è finita la sua bella voce?), e in generale l’atmosfera magica che contraddistingueva Septembre et Ses Dernières Pensées; brani come “La Traversée” o “Le Mouvement Perpetuel” regalano comunque qualche piacevole momento, ma alla lunga possono risultare stancanti.
Non escludiamo che, vista la popolarità che stanno avendo certe sonorità, questo disco farà breccia nel cuore di molti, e probabilmente anche noi torneremo ad ascoltarlo nel prossimo futuro, perché in fondo Ariettes Oubliées… è un disco valido, ma resta forte l’amara sensazione di occasione sprecata.
7.0