(Avantgarde Music, 2015)
1. An Unconscious Reflection
2. Symmetriads
3. The Bleeding Anthill Of The Universe
4. Intermission: Mission
5. Unearthly Reveries Unveiled
6. To Balance And Last
7. Black Box
Progetto nato nel 2007 con l’intento di unire la musica di Alessandro Rossi (già Blackdrone Inc. ed Emrevoid) ai testi ed al contributo vocale di Joey Hopkins (produttore statunitense di musica elettronica sperimentale e membro di Joey Hopkins Midget Factory) creando così un amalgama tra musica estrema e tematiche sci-fi, Alien Syndrome 777 ha sfortunatamente conosciuto una battuta d’arresto forzata per il tragico trapasso di Joey a poca distanza dall’uscita del primo demo, nel 2009. Nel 2013 fortunatamente Alessandro ha ripreso in mano le redini del progetto unendo le forze con Vincent Cassar (Smohalla) alle tastiere e con Oscar Martin (As Light Dies) alla voce, consegnandoci due anni dopo il primo vero e proprio full-length a nome Outer.
Il tempo resosi necessario per la realizzazione di questo lavoro ha regalato buoni frutti. I sette brani di cui è composto il disco si presentano come una piacevole combinazione di black metal e tematiche sci-fi, decisamente ispirate ai lavori visionari di Tarkovskji, un’influenza che si ripercuote positivamente sulle atmosfere ultraterrene ed “extraterresti” del disco. La massiccia presenza di tastiere ben si adegua ai numerosi spunti derivanti dalla florida scena avantgarde norvegese; per una volta elogiamo pure il sapiente utilizzo della drum machine, che con la sua freddezza risulta essere perfettamente funzionale alla buona riuscita del lavoro. Influenze industrial, che in alcuni tratti non possono non richiamare alla mente i lavori dei predecessori Aborym (qui in forma decisamente meno virulenta ed oppressiva), cori eterei (enorme punto a favore di questo lavoro) e un guitar working sempre azzeccato e mai ripetitivo convivono in questo “trattato” sulla relazione, vera o fittizia che sia, tra l’uomo e i mondi delle gelide profondità del cosmo.
I continui sali e scendi di Outer, coniugati alle ottime vocals ad opera di Martin, mai ripetitive e sempre ispirate, permettono agli Alien Syndrome 777 (uno dei monicker più originali mai sentiti) di trasportare l’ascoltatore in un viaggio introspettivo con gli occhi rivolti alle stelle. Decisamente una delle uscite internazionali più interessanti dell’anno. Promossi a pieni voti.
8.0