1. A Child’s Dream
2. Machine Language
3. Eternality
4. Consistent Imperfection
5. Soul Of A Machine
6. Genesis Code
7. Evolved Virtual Entity
8. DisappearAnnihilation
9. The Evolution Of Machine Culture
10. Dark Matter
11. TechnoMelancolia
12. A Machine’s Dream
Tema sempre affascinante da trattare, il rapporto uomo-macchina è stato alla base dei più intriganti racconti e romanzi della fantascienza del ventesimo secolo. Abituati come siamo a film epocali come Blade Runner, con il suo potere immaginifico e il senso di claustrofobia dettato da uno sviluppo umano evidentemente distopico, pochi di noi si saranno immaginati quale possa essere la giusta musica di contorno per un’ambientazione simile. Proprio come il povero Philip K. Dick per quel straordinario film, anche il sassofonista americano Bob Belden non è stato in grado di vedere coi propri occhi la pubblicazione del suo ultimo lascito al mondo intero, tale Machine Language. Vogliamo così rendere un umano omaggio ad un grande musicista che ha lasciato nel mondo del jazz un grande vuoto ma anche un ultimo ottimo lavoro ai posteri.
Proprio come una perfetta colonna sonora per un film noir/sci-fi, Machine Language si muove a cavallo tra ingredienti a base di jazz, elettronica ed uno spiccato gusto per il noir, fornendoci quello che potremmo descrivere a tutti gli effetti come un concept nu jazz con le radici salde nella fantascienza degli anni ’60-’80. La voce di Kurt Elling, magistralmente adattata a ruolo di macchina impersonale e glaciale, ci racconta di due diversi emisferi temporali, il dubbio della possibilità del sogno per una macchina, e per finire un’analisi maggiormente introspettiva del sogno stesso, che dividono idealmente il disco in due pezzi. La proposta musicale degli Animation (fondati nel ’98 dallo stesso Belden) non manca mai di essere soft, elegante e mai oppressiva, e il lavoro di ogni singolo musicista vale ogni singolo istante dedicato all’ascolto.
Il critico musicale Bill Milkowski ha perfettamente sintetizzato lo spirito di questo concept album: “Cosa avrebbe realizzato Miles Davis se fosse vissuto abbastanza da realizzare la colonna sonora di Matrix?”. Machine Language si presta a diverse interpretazioni e visioni, e siamo sicuri che non mancherà di accompagnare molti momenti di relax di chi scrive e di chi leggerà tale recensione. Dedicategli del tempo ed assimilatelo come si deve, e se avrete un po’ di tempo ringraziate pure la Rarenoise Records di averci permesso di gustare un lavoro così ben fatto ed elegante.
8.0
Can a machine dream?
What would a machine’s dream be?
Can a machine dream like a child?
Can a machine have an imagination?
Or does a machine dream of conformity, of accomodation, of servitude?
Will a machine’s dream be inspired by a human model?
Or can a machine create and develop a unique dream into a reality?
Or would the machine’s dream be to create a new human machine,
a virtual existence gestated and nurtured by the pure machines?
Bob Belden (1956, 2015, RIP)