(Century Media, 2012)
1. Into the Timewastes;
2. Deathhammer;
3. Minefield;
4. Of Days When Blades Turned Blunt;
5. Der Landser;
6. Reign of the Brute;
7. The Flood;
8. We Doom You to Death;
9. Vespa Crabro;
10. As the Magma Mammoth Rises
Un’icona del death metal, questo sono gli olandesi Asphyx. Old School fino al midollo, in vent’anni e passa di carriera sono riusciti a fare il bello e il cattivo tempo all’interno del metal estremo: in particolareThe Rack e Last One On Earth sono ormai considerati due pietre miliari del genere da tutti gli appassionati. Riformatisi nel 2007, dopo qualche anno di stop, col veterano Bob Bagchus alla batteria e l’inconfondibile Martin Van Drunen (che entrò negli Asphyx dopo aver lasciato gli altrettanto seminali Pestilence) alla voce, hanno partorito l’ottimo Death…The Brutal Way con tanto di successive ristampe delle prime uscite e un celebrativo dvd live.
A tre anni di distanza dall’ultimo album i quattro olandesi ritornano più in forma che mai con Deathhammer, titolo tanto tamarro quanto brutale e in tipico stile Asphyx. Riff taglienti, rallentamenti doom ottimamente inseriti, vocals graffianti e un “tiro” che pochi altri gruppi oggi possono vantare, sono le caratteristiche che il gruppo porta avanti con determinazione da anni e che qui vengono ulteriormente amplificate: i cambi di tempo e la violenza del ritornello dell’omonima “Deathhammer” riescono a superare persino quelli già presenti nella prima versione di “Death…The Brutal Way”, presente qui come bonus track. Altrettanto brutale è il singolo che ha anticipato l’uscita del disco, “Reign Of The Brute”, che richiama alla mente gli episodi migliori del gruppo come “Vermin” o “Wasteland Of Terror” direttamente dall’esordio The Rack. Deathhammer non è però solo cieca violenza, se da una parte troviamo brani molto veloci e di breve durata, dall’altra vi sono canzoni che più rispecchiano l’anima doom mai estintasi in Van Drunen & Co.: il solo titolo di “We Doom You To Death” basterebbe già a farne capire l’intento, ma oltre a questa si possono tranquillamente citare anche la conclusiva “As The Magma Mammoth Kisses”, “Der Landser” o “Minefield” in cui più volte compare qualche richiamo ai compagni Hail Of Bullets (altro ottimo progetto che comprende Van Drunen e il chitarrista Paul Baayens oltre che ex membri di Thanatos e Gorefest).
Gli Asphyx confermano di essere in ottima salute, riuscendo a bissare e a migliorare quello che già avevano proposto in Death…The Brutal Way. Il verbo della vecchia scuola rimane inalterato e sembra acquistare sempre più nuova vita, dimostrando ancora una volta come non siano necessari virtuosismi e mille cambi di tempo per dar vita ad un ottimo album di metal estremo: Deathhammer ne è la piena dimostrazione e consacra ancora una volta gli olandesi come uno dei migliori gruppi death metal in circolazione, coi quali solo mostri altrettanti sacri (Autopsy, ad esempio) possono combattere.
8.0