(Amputated Vein Records, 2012)
1. Snuffed Out
2. Entozoic
3. Feral Instinct
4. Shut Her Down
5. Graves Of The Father (Cryptopsy Cover)
6. Rabid Dogs & Hungry Jackals
7. Detachment
8. Embrace The Pain
9. Restless
10. Humanenness Expired
La scena brutal death metal russa sforna ottime band da diversi anni: un nome su tutti, gli Abominable Putridity, una delle realtà più conosciute nel genere sia nel proprio paese che all’estero, ma si trovano anche altri gruppi più underground, confinati nel loro territorio, come 7H Target, Monumental Torment, o Katalepsy ad esempio. Insomma, si tratta di una terra ben fornita di musica valida e brutale: un’ulteriore conferma sono questi Back Door To Asylum, band originaria di Mosca, che debutta per la Amputated Vein Records con il primo full length Akathisia.
L’album si basa su un brutal death metal molto tecnico, schizofrenico e allo stesso tempo moderno; i riff variano da blast beats taglienti a velocità elevatissime fino a pattern più ritmati e serrati. Lungo i dieci brani che compongono l’album si nota “Graves Of The Father” cover dei Cryptopsy, dei quali si sentono molte influenze all’interno del sistema compositivo della band. Oltre all’influenza della band canadese, si possono udire anche richiami ad altre realtà come i Disavowed, qualcosa di Nile e Origin, e anche certi spunti dei nostrani Hour Of Penance; in poche parole, ci troviamo di fronte ad una buona commistione di tecnica e brutalità. Akathisia poggia su una buona composizione: è un album fluido, che non appare forzato e che si lascia ascoltare bene fino in fondo, e per questo bisogna riconoscere ai Back Door To Asylum di non essersi impuntati solo sulla tecnica, pensando invece anche all’orecchiabilità di ogni traccia, mentre molte band di stampo technical o progressive trascurano spesso questo particolare. Sicuramente uno dei componenti che risalta di più è il bassista Anton, chiaramente in possesso di un’ottima tecnica messa al servizio di un sound ben scandito e distinguibile; ottimi anche i suoi frequenti assoli. Ovviamente vi sono anche due più che discreti chitarristi, che donano ai brani grande impatto sia nei classici “pestoni” sia nelle parti più melodiche. Buono anche il contributo del batterista, che rende i brani meno monotoni variando da complicati ritmati a pattern più veloci e travolgenti, così come la prova del cantante, caratterizzata da un’impronta vocale molto potente e gutturale.
Nel complesso Akathisia è un validissimo album technical / brutal death metal in chiave moderna, che merita come minimo un ascolto da parte di tutti i fan del genere: i Back Door To Asylum infatti con questo disco dimostrano un più che discreto potenziale, e di saper sfruttare al meglio le ottime qualità di cui sono in possesso.
7.0