Dopo poco più di due mesi ecco un altro concerto metalcore / deathcore degno di nota nella rossa Bologna, presso il nuovo club Alchemica, che vede protagonisti i francesi Betraying The Martyrs e gli italiani Upon This Dawning. Inizialmente al posto dei portoghesi More Than A Thousand e degli inglesi Polar dovevano esserci gli americani Texas In July e gli australiani Make Them Suffer, ma per vari problemi non sono potuti partire per il tour: un grandissimo peccato. Ciononostante quello di stasera è stato un gradevolissimo concerto, capace di sorprenderci in più occasioni.
Betraying The Martyrs + Upon This Dawning + More Than A Thousand + Polar
Alchemica, Bologna
17/02/2015
POLAR
Al nostro arrivo gli inglesi hanno da poco iniziato. L’Alchemica non è pienissimo, ma la gente che lo popola non perde occasione di scaldarsi pogando e generando circe pit. Nonostante il nostro iniziale scetticismo sulla loro esibizione i Polar ci hanno piacevolmente stupito, suonando con convinzione e competenza, coinvolgendo tutti i presenti. I brani “H.E.L.L.” e “Destroy”, i cavalli di battaglia della band britannica, sono stati eseguiti egregiamente. Dopo poco più di venti minuti i Polar lasciano il palco ai colleghi portoghesi tra gli applausi.
MORE THAN A THOUSAND
Dopo un cambio di palco stranamente lungo tocca ai portoghesi More Than A Thousand, capaci di cancellare le nostre perplessità ancor meglio di quelli che li hanno preceduti. La band è veramente energica e la loro proposta, a metà tra l’hardcore e il metalcore più classico, è molto interessante. Il frontman Vasco Ramos, che si dimostra subito molto carismatico, si dimostra un autentico istrione e, oltre a farsi apprezzare durante l’esecuzione dei brani, inscena diversi siparietti divertenti con l’audience. La setlist dei lusitani è a prova di bomba, non c’è un secondo di pausa e brani come “Fight Your Demons”, Heist” e “No Bad Blood”, per citarne alcuni, riescono davvero a dare la misura del valore di questa band, che come da tradizione per il genere necessita di essere osservata dal vivo per poter esprimere un giudizio reale.
UPON THIS DAWNING
Eccoci arrivati finalmente alla band nostrana. Nonostante avessero promesso una scaletta completa della durata di circa quaranta minuti, per problemi di tempo gli Upon This Dawning sono stati costretti a suonare quella ridotta tipica delle band di supporto; peccato, perché i nostri ragazzi sono davvero vulcanici. Il cantante Daniele Nelli è visibilmente emozionato sul palco e non la smette di ringraziare il pubblico bolognese tra una canzone e l’altra: come ammesso da loro stessi, questo era per loro il primo concerto in terra italica da oltre un anno, una mancanza dalle scene che ha dato loro una grande carica, percepibile fin dalla prima traccia “13”, che con i suoi riff tecnici e i pesantissimi breakdown scatena subito il pubblico del club. I suoni sono ottimi e tutti in sala accompagnano volentieri la band cantando i ritornelli melodici; l’atmosfera positiva creatasi ha reso brani già ottimi come “Anima”, “Obey” e “Embrace The Evil” semplicemente terremotanti.
BETRAYING THE MARTYRS
A mezzanotte il palco è pronto, con tanto di luci stroboscopiche colorate, e il pubblico freme per vedere all’opera la band transalpina, che entra in scena sulle note della sinfonica “Afterlife”. Il primo brano proposto è la violentissima “Jigsaw”, prima traccia dell’ottimo Phantom; il muro sonoro sprigionato è impressionante e il growl di Matts cavernoso come non mai. Non si perde un secondo ed ecco che i Betraying The Martyrs ci sbattono in faccia la celeberrima “Man Made Disaster”: il contrasto tra le clean vocals del duo D’Angelo – Guillet e i growl gutturali di Matts risulta molto convincente anche in sede live. Ad ogni modo la scaletta è molto ben bilanciata e presenta brani estratti sia da Breathe In Life che da Phantom. Dopo un breve assolo del batterista russo Mirnov (onestamente non così sorprendente) si riparte in quarta con “Life Is Precious”, ma il brano che ha letteralmente lasciato tutti a bocca aperta è sicuramente la brutale “Martyrs”: il mosh pit è stato costante per tutta la durata del brano, contenente un cambio di tempo che dal vivo amplifica notevolmente la sua carica distruttiva. C’è spazio anche per qualche scambio di battute col pubblico, e come al solito i Betraying The Martyrs dichiarano di amare moltissimo il Bel Paese, prima di arrivare al momento più controverso della serata. Come tutti sanno, infatti, nell’ultimo album è presente una cover di “Let It Go”, tratto dalla colonna sonora del film Frozen, un brano che ha fatto storcere il naso a diverse persone, ma che è stato comunque eseguito e a sorpresa apprezzato: il pubblico ha cantato per tutto il tempo a squarciagola e anche i sei musicisti hanno mostrato di divertirsi, prendendosi decisamente poco sul serio, probabilmente l’atteggiamento migliore per rispondere alle critiche. Gli ultimi due brani eseguiti sono stati “Legends Never Die”, con tanto di dedica al mai dimenticato Mitch Lucker, e un altro cavallo di battaglia come encore, “Because Of You”. Da questa serata è comunque apparso chiaro come i Betraying The Martyrs si sentano a proprio agio nel ruolo di headliner: speriamo per loro che questo tour sia solo il primo di una lunga serie, perché il loro show è stato davvero soddisfacente.