(Trascending Obscurity Distribuition, 2015)
1. Hemolytic Crysis
2. Anatomical Reconstruction
3. Genesis
4. Fractals Of Derangement
5. Surgical Symmetry
Certi dischi dicono tutto già dal primo sguardo che si dà alla copertina, e questo è proprio il caso dei Biopsy. A primo impatto si fa un po’ fatica a pensare ad una band proveniente dall’India e suonante brutal death metal, ma poi basta pensare alla quantità di band nipponiche del settore e all’espansione che questo genere ha conosciuto dal 2000 in avanti e tutto quadra. Cinque tracce, tre musicisti e la voglia di suonare il più d’impatto possibile. Risultato raggiunto, si direbbe.
I ragazzi di Mumbai ci propongono un brutal di chiara derivazione americana, in particolare per la componente più gore e violenta del genere. A differenza però di act quali Devourment, Disgorge e Gorgasm (questi i primi nomi che la musica dei nostri riporta alla mente) la produzione risulta più pulita e meno marcia, se ci passate il termine. Il fatto che i Biopsy siano composti solo da chitarra, voce e batteria non influisce particolarmente, grazie soprattutto al lavoro di Akshay Verma (chitarra) che riesce a compensare la mancanza di un’altra ascia a supporto.
Si parte con “Hemolytic Crysis”, traccia particolarmente quadrata esemplificativa dello stile adottato dai nostri: la proposta si bilancia tra le classiche influenze brutal e slam sopra citate, con certe soluzioni sonore che ricordano alle volte l’impatto diretto dei Misery Index e dei grossi riff mid-tempo usati (ed abusati) dai grandi Pathology. Ogni tanto le soluzioni tendono ad essere un po’ derivative e ripetitive ma l’ascolto procede liscio e senza grossi intoppi. Concludiamo segnalandovi la furibonda e tecnica “Genesis” e “Surgical Symmetry”, dotata di una partenza hardcore anni ’90 che farà la gioia degli amanti degli armonici artificiali.
Tralasciando qualche errore ritmico qua e là, momenti in cui pare che chitarra e batteria non si ritrovino in pieno, questo primo assaggio chiamato Fractals Of Derangement risulta simpatico e stuzzicante. Ribadiamo la qualità della produzione, che forse alle volte risulta eccessivamente sterile e secca, ma è comunque meglio dei suoni aspirapolvere che ogni tanto si sentono in altre releases di questo tipo.
6.5